NT/ Maggio 25, 2023/ Vangelo-Domenica con i Padri, Liturgia della Parola domenicale, Orientamenti per la preghiera, Vangelo, Padri Chiesa, Commenti Bibbia, Raccolte, Meditazioni, Riflessioni, Studi, Sacra Scrittura, Padri, Domenica

Il peccato divide gli uomini, l’amore di Dio li affratella. Discordie individuali e sociali, guerre e violenze, hanno sempre alla loro origine l’egoismo eccessivo, la superbia incontrollata, il potere che genera l’avarizia, poi l’invidia introdotta dal nemico dell’uomo cosicché la morte è entrata nel mondo (cf. Sap 2,24), ma Dio non ha creato la morte (cf. Sap 1,13)  e «L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati» (S.San Leone Magno, Omelia 73, 4; PL 54, 151). Man mano che ci si avvicina a Dio, infatti, gli animi si rasserenano e si approssimano, e come al principio della creazione, lo Spirito alitava sulle acque abissali dando forma alle realtà in un’armonia indicibile, così ora lo stesso Spirito di Dio vuole unirci in una meravigliosa armonia di anime.

Prima Lettura

L’episodio della torre di Babele ha un valore simbolico: è figura della dispersione degli uomini, causata dal peccato: ecco l’origine dell’incomunicabilità e dell’incomprensione reciproca. Lo Spirito Santo rifà l’unione tra i dispersi, e costituisce la «Chiesa della Nuova Alleanza, che in tutte le lingue si esprime e le lingue nell’amore intende e comprende» (Ad gentes 4). La si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra.

Dal libro della Genesi (Gn 11,1-9)

Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono.
Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».
Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro».
Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Sal 32 (33)

R. Su tutti i popoli regna il Signore.

Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore
sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore
per tutte le generazioni. R.

Beata la nazione
che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto
come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R.

Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R.

Orazione
Scenda su di noi, o Padre, il tuo Santo Spirito,
perché tutti gli uomini cerchino sempre l’unità nell’armonia e,
abbattuti gli orgogli di razza e di cultura, la terra diventi una sola famiglia,
e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore.
Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.

Oppure:

Dal libro dell’Èsodo (Es 19,3-8a.16-20b)

In quei giorni, Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Queste parole dirai agli Israeliti».
Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Si­gnore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore.
Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte.
Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 102 (103)

R. La grazia del Signore è su quanti lo temono.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele. R.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. R.

Orazione
O Dio dell’alleanza antica e nuova, che ti sei rivelato nel fuoco
della santa montagna e nella Pentecoste del tuo Spirito,
fa’ un rogo solo dei nostri orgogli, e distruggi gli odi e le armi di morte;
accendi in noi la fiamma della tua carità, perché il nuovo Israele
radunato da tutti i popoli accolga con gioia la legge eterna del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure: (Ez 37,1-14)

Il Profeta intende descrivere quasi una novella creazione. Il popolo esiliato non sperava più. Il Profeta lo esorta a sperare perché, con il ritorno dall’esilio, risorgerà come quelle ossa disseccate e risorte per opera dello Spirito di Dio. Così Cristo risorto comunicherà il suo Spirito sugli apostoli riuniti con Maria nel cenacolo, e formerà il suo corpo mistico che è la chiesa, che diverrà una folla immensa di risorti alla vita della grazia, per opera dello Spirito di Dio. la-risurrezione- la visione delle-ossa-aride di Ezechiele 37, 1-14

Dal libro del profeta Ezechièle (Ez 37,1-14)

In quei giorni, la mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto ad esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai».
Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro.
Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annuncia loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Sal 50 (51)

R. Rinnovami, Signore, con la tua grazia.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

Orazione
O Dio, creatore e Padre, infondi in noi il tuo alito di vita:
lo Spirito che si librava sugli abissi delle origini torni a spirare
nelle nostre menti e nei nostri cuori, come spirerà alla fine dei tempi
per ridestare i nostri corpi alla vita senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure: (Gl 3,1-5)

Pietro nel suo discorso di Pentecoste, cita il testo del profeta Gioele, il quale annunzia il «Giorno del Signore», cioè la fine dei tempi, quando, insieme col giudizio sulle nazioni, vi sarà l’effusione dello Spirito su tutte le membra del popolo scelto, perché lo vede realizzato con la discesa dello Spirito a Pentecoste. È chiaro che con la Resurrezione di Gesù è già iniziata «la fine dei tempi» e si deve far di tutto per entrare nel “Suo Regno” , soprattutto “ora” che lo Spirito effonde con abbondanza doni e carismi, quest’ultimi entrambi ampiamente diffusi agli inizi della chiesa e che continuano fino ad adesso, perché sempre Dio si serve dei suoi profeti illuminati dallo Spirito per annunciare agli uomini di ogni tempo (l’oggi di Dio), i suoi ammonimenti ed esortarli alla conversione ed al ritorno a Lui fonte incommensurabile di misericordia.

Dal libro del proefa Gioèle (Gl 3,1-5)

Così dice il Signore:
«Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave
in quei giorni effonderò il mio spirito.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra,
sangue e fuoco e colonne di fumo.
Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue,
prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile.
Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato,
poiché sul monte Sion e in Gerusalemme
vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore,
anche per i superstiti che il Signore avrà chiamato».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Sal 103 (104)

R. Manda il tuo Spirito, Signore,
a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto. R.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia. R.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

Orazione
Ascolta, o Dio, la tua Chiesa unita in concorde preghiera
in questa santa veglia a compimento della Pasqua perenne;
scenda sempre su di essa il tuo Spirito, perché illumini
la mente dei fedeli e tutti i rinati nel Battesimo siano
nel mondo testimoni e profeti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Seconda Lettura

La salvezza richiede un laborioso sforzo per staccarsi dai beni terreni verso cui continuamente ci spinge il nostro istinto naturale. La stessa Creazione sente il tormento della schiavitù in cui l’ha posta la corruzione dell’uomo (purtroppo né sperimentiamo e vediamo gli effetti catastrofici sempre più spesso; vedi le apparizioni di Maria Santissima a La Salette -Grenoble- Francia), e attende di esserne liberata. Lo Spirito ci immerge nella speranza e ci insegna a pregare Dio, mentre Egli stesso prega con-in noi «con gemiti inesprimibili», affinché si realizzi il disegno divino ed ogni cosa sia restaurata in Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,22-27)

Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati.
Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Vieni, Spirito Santo,
riempi i cuori dei tuoi fedeli,
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Alleluia.

VANGELO

Durante la festa delle Capanne, si faceva un’aspersione dell’altare con acqua attinta alla fonte di Siloe, per implorare la fecondità dei tempi messianici. Gesù riferisce a Sé questo significato liturgico e profetico. Egli è la roccia, la pietra angolare e il tempio da cui scaturirà acqua viva. Questo rito evocava l’acqua viva fatta scaturire dalla roccia da Mosè nel deserto (cf. Es 17, 1-7), e prefigurava anche l’acqua vivificante e la grazia che sarebbe scaturita dallo Spirito di Gesù che dona a tutti quelli che credono nella sua risurrezione.

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 7,37-39)

Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.

Parola del Signore.

acqua viva

«Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». Questo versetto è uno dei più dibattuti di tutta la Bibbia e uno dei temi centrali, e così profondo e di una singolare bellezza di tutta la Scrittura e in particolar modo di tutta la teologia giovannea. I fiumi di acqua viva verso il credente sgorgano solo dal Corpo di Cristo? O anche dal credente in Cristo nello Spirito?

ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA

Nell’ultimo giorno, quando tutti stavano per tornare a casa, egli diede loro le provviste per il viaggio verso la salvezza e parlò ad alta voce, sia per mostrare fiduciosa sicurezza e franchezza nel parlare sia per far capire al popolo che lui aveva parlato della bevanda spirituale.

(S.Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51)

Ricorda chi ti ha dato in dono l’acqua. Conserva il dono, ma riconosci il datore, il Signore, promettendo, che avrebbe dato il suo Spirito: Se uno ha sete – dice – venga a me e beva. Se uno crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Come si trova in te un tale fiume? Ricorda la tua aridità di una volta. Veramente se non fossi stato arido, non avresti avuto sete; se non avessi avuto sete, non avresti bevuto. Com’è che non avresti bevuto se non avessi avuto sete? Se tu non ti fossi trovato vuoto, non avresti creduto in Cristo. Prima di dire: Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno, aveva già detto: Sé uno ha sete, venga e beva. Perciò avrai un fiume di acqua viva, perché bevi. Tu, se non hai sete, non bevi; ma se eri assetato, per quale ragione volevi vantarti del fiume come se fosse tuo? Ne segue che: Chi si vanta, si vanti nel Signore (1 Cor 1, 31).

(S.Agostino, Discorsi 160, 27)

I testimoni ebraici: Leggiamo (negli scritti degli evangelisti e degli apostoli) molti passi dell’Antico Testamento che non sono contenuti nei nostri manoscritti, come […] Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva […] Chiediamo (ai nostri detrattori) dove siano scritte queste parole e, se non sono in grado di rispondere, indichiamoglielo noi dai manoscritti ebraici: […] dai Proverbi; Pr 18,4: “Le parole della bocca dell’uomo sono acqua profonda, la fonte della sapienza è un torrente che straripa”.

(S.Girolamo, Prologo al Pentateuco)

Ma dove la Scrittura dice: Gli sgorgheranno dal seno fiumi di acqua viva? In nessun passo. Che cosa significa dunque la frase: Chi crede in me come dice la Scrittura? Qui occorre mettere la punteggiatura in modo che le parole: Gli sgorgheranno dal seno risultino pronunciate dal Cristo (non sono, cioè, parte di una citazione scritturistica). Siccome molti dicevano: Lui è il Cristo e: il Cristo quando verrà farà forse più prodigi di quelli che ha fatto lui? (Gv 7, 26.31), egli mostra che occorre avere in proposito un’idea giusta e che non si deve credere tanto ai miracoli quanto alle Scritture. Molti, infatti, pur vedendolo nell’atto in cui operava prodigi, non lo accoglievano come il Cristo, anzi, diranno più tardi: Non affermano forse le Scritture che il Cristo verrà dal seme di David? (Gv 7, 42). Egli tornava spesso a trattare questo argomento, per dimostrare di non rifuggire da questo genere di dimostrazione rinviandoli ancora una volta alle Scritture. Prima aveva detto: Scrutate le Scritture, poi: Sta scritto nei profeti: “Saranno tutti istruiti da Dio», e ancora: Mosè vi accusa (Gv 5,39; 6, 45; 5,45).

(S.Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51,1)

Chi segue la Scrittura sarà saziato. L’espressione come dice la Scrittura va riferita a ciò che precede. Nei libri sacri si trovano numerose profezie sul Messia, come ha affermato egli stesso altrove (Gv 5,39); Gesù, incitando ogni persona che credei n lui, intende dire: “Chiunque segue la Scrittura e crede in me sarà pieno di grazia e non solo essa sarà come un fiume che mai si prosciuga, ma anche sgorgherà da lui, offrendosi a lui e a molti altri.

(Teodoro di Mopsuestia, Commento al Vangelo di Giovanni 5,1)La fonte sia il tuo modello (Tolstoj)

Cristo come fiume (Levitico, Salmi, Isaia). Quando Dio comandò di fare ciò che riguardava la festa delle Capanne, così disse a Mosè: […] Nel primo giorno prenderete rami di palme, rami frondosi di albero, e frutti di alberi ornamentali e salici e rami di agnocasto del torrente per fare allegria (Lv 23, 39-40). […] La festa delle Capanne significa il giorno desiderato della risurrezione: il fatto di prendere i rami di palma e il frutto di alberi ornamentali e altro indica quasi un recupero del paradiso che ci si dovrà restituire per mezzo di Cristo. Quanto al fatto, poi, che tutto questo si debba prendere dal torrente, e, con questo, divertirsi, dicemmo che al torrente si assimila nostro Signore Gesù Cristo, in cui troveremo ogni gioia e piacere della speranza, e in cui troveremo il nostro diletto in modo divino e spirituale. Che poi Cristo sia chiamato torrente ce lo attesta il sapientissimo salmista che dice di noi a Dio Padre: I figli degli uomini troveranno la speranza all’ombra delle tue ali. Si inebriano dell’abbondanza della tua casa, e li disseterai nel torrente delle tue delizie (Sal 36, 8-9). E lo stesso Signore parla altrove per mezzo dei profeti: Ecco, io mi volgerò verso di essi come un fiume di pace e come un torrente in piena (Is 66, 12).

(S.Cirillo di Alessandria, Commento al Vangelo di Giovanni 5,11)

In tutte le cose (Ef 4, 6) è per noi lo Spirito, ed egli è l’acqua viva, che il Signore dona a coloro che credono rettamente in lui (cf. Gv 7, 39), a coloro che lo amano.

(S.Ireneo di Lione, Contro le eresie 5, 18, 12)

Non è di scarso significato nemmeno il fatto che possiamo leggere che un fiume scorre dal trono di Dio. L’afferma l’evangelista Giovanni: E mi mostrò un fiume di acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello in mezzo alla sua piazza, e dall’una e dall’altra parte l’albero della vita che produceva dodici raccolti producendo il suo raccolto ogni mese, e le foglie dell’albero per curare tutte le genti (Ap 22, 1-2). Questo è, senza dubbio, il fiume che scaturisce dal trono di Dio, cioè lo Spirito Santo, che beve colui che crede in Cristo,  come Cristo stesso disse: Se uno ha sete, venga a me, e beva colui che crede in me. Come disse la Scrittura: “Fiumi di acqua viva scorreranno dal suo ventre”. E questo lo diceva dello Spirito. Dunque, quel fiume è lo Spirito. Lo Spirito è nel trono di Dio. L’acqua, infatti, non lava il trono di Dio [.:.] E che c’è di strano se nel trono di Dio si trova lo Spirito Santo, dal momento che lo stesso regno di Dio è opera dello Spirito […] ?

(S.Ambrogio, Lo Spirito Santo 3, 20, 153-156)

Vedi dunque che chi crede in lui ha dentro di sé non solo un pozzo, ma pozzi; non solo fonti, ma anche fiumi: fonti e fiumi che non sollevano questa vita mortale, ma conferiscono quella eterna.

(Origene, Omelie sui Numeri 12, 1)

Un unico Spirito, molteplici doni. Ritornando alla Sacra Scrittura beviamo alle acque dei nostri serbatoi, contenitori delle dottrine di fede, o per meglio dire dei nostri pozzi donde sgorgano pure sorgenti (cf. Pr 5, 15). Beviamo l’acqua viva zampillante per la vita eterna ( Gv 4,14), secondo quanto disse il Signore riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui. Cristo disse queste parole- bada bene – rifacendosi all’ Antico Testamento: Per chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Non parlò dei fiumi materiali che irrorano la terra rendendola produttiva di triboli o di alberi, ma di quelli spirituali che inondano di luce le anime.Lo spiegò in un’altra occasione, dicendo: Ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Intendeva parlare di un’acqua viva e zampillante di nuovo genere: zampillante, ma su quanti vogliono rendersene degni. Perché chiamò acqua la grazia dello Spirito? Perché l’acqua è l’elemento costitutivo dell’universo, fonte della vita vegetale e animale. La pioggia scende dal cielo con una sola forma, ma produce forme diverse. Una sola sorgente infatti irriga tutto un giardino, e una sola specie d’acqua cade in tutto il mondo; ma diventa bianca nel giglio, rossa nella rosa, purpurea nelle viole e nei giacinti, in altre svariate forme nelle varie specie di piante, in una forma nella palma e in un’altra nella vite. È tutto per tutte le cose, ed è sempre acqua non diversa da quella di prima: la medesima pioggia, che in continuazione si trasforma, cadendo in una forma o in un’altra, e adattandosi a una struttura o a un’altra degli esseri che la ricevono fino a diventare quello che ciascun essere è. Così lo Spirito Santo, uno, semplice e indivisibile, distribuisce la sua grazia a ciascuno come vuole. Come al contatto con l’acqua un albero già quasi secco emette nuovi polloni, così con la conversione che rende degni dello Spirito Santo l’anima già peccatrice produce grappoli di santità. Per volere del Padre e nel nome di Cristo, un solo Spirito opera in molteplici potenze: si manifesta nella lingua di uno come spirito di saggezza e nella mente illuminata d’un altro come spirito di profezia, conferisce a uno il potere di scacciare i demoni e a un altro il dono di interpretare le Scritture, largisce a uno la forza di mantenersi casto e a un altro la conoscenza della vera misericordia, insegna a uno le vie del digiuno e dell’ascesi e a un altro quelle del disprezzo degli interessi corporali o della preparazione al martirio.

(S.Cirillo di Gerusalemme, Le catechesi 16, 11-12)

Quando le sacre predicazioni fluiscono dall’anima dei fedeli, fiumi di acqua viva sgorgano dal grembo dei credenti. Le parti interiori del grembo altro non sono che le parti più profonde dell’anima; in altre parole, una giusta intenzione, un sacro desiderio, umiltà nei confronti di Dio e misericordia per gli uomini nostri fratelli.

(S.Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele 1, 1)

La via della giustizia tracciata nel deserto. I profeti annunciavano il nuovo patto di libertà e il vino nuovo da versare in otri nuovi (Mt 9, 17), cioè la fede nel Cristo, via della giustizia tracciata nel deserto e fiumi dello Spirito Santo zampillanti dalla terra arida per dissetare la stirpe eletta di Dio.

(S.Ireneo di Lione, Contro le eresie 4, 33,14)

Non vi era ancora lo Spirito! La presenza dello Spirito prima e dopo la glorificazione: due modi di- versi. Per qual motivo, dunque, il Signore Gesù Cristo stabilì di dare lo Spirito Santo solo dopo la sua glorificazione? Prima di rispondere in qualche modo a questa domanda, c’è da risolvere un altro problema che potrebbe turbare qualcuno. Come si può dire che lo Spirito Santo non era ancora presente negli uomini santi, se il Vangelo dice che Simeone conobbe il Signore appena nato per mezzo dello Spirito Santo, e così la vedova Anna, profetessa (cf. Lc 2, 25-38), e lo stesso Giovanni che lo battezzò (cf. Lc 1, 26-34)? Zaccaria, a sua volta, pronunciò molte parole dietro ispirazione dello Spirito Santo (cf.Lc 1, 67-79), e Maria stessa non concepì il Signore senza aver prima ricevuto lo Spirito Santo (cf. Lc 1, 35). Sicché abbiamo molte prove della presenza dello Spirito Santo, prima che il Signore fosse glorificato mediante la risurrezione della carne. E non fu certo un altro Spirito Santo quello di cui furono dotati i profeti che annunciarono la venuta cdi Cristo. Ma il modo con cui sarebbe stato dato doveva essere assolutamente diverso dal precedente: è di questo modo che qui si parla. Prima della risurrezione, infatti, in nessuna parte si legge che degli uomini riuniti insieme, ricevuto lo Spirito Santo, abbiano cominciato a parlare nelle lingue di tutte le genti. Dopo la sua risurrezione, invece, la prima volta che apparve ai suoi discepoli, il Signore disse loro: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20, 22).

(S.Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 32, 6)

Fuoco dello Spirito santo sotto forma di colomba.

Lo Spirito si rivela in un modo nuovo alla Pentecoste. Come dunque lo Spirito Santo non era stato ancora dato perché Cristo non era stato ancora glorificato, se non nel senso che quella dispensazione, o quella donazione ,o quella missione dello Spirito Santo avrebbe avuto nel suo compimento una particolare caratteristica mai riscontrata prima di allora? In nessun luogo infatti noi leggiamo di uomini che parlano lingue loro sconosciute, per la discesa in loro dello Spirito Santo, come è accaduto quando c’era necessità di provare la sua venuta con segni sensibili, i quali rivelassero che tutta la terra e tutte le nazioni fondate sulla diversità delle lingue avrebbero creduto in Cristo per il dono dello Spirito Santo, in modo che si adempisse ciò che si canta nel salmo: Non ci sono linguaggi; non ci sono parole di cui non si intenda la voce. Il loro suono si espande per tutta la terra e i loro accenti fino ai confini del mondo (Sal 18, 4-5). […] Per quanto riguarda la manifestazione sensibile dello Spirito Santo sotto forma di colomba o di lingue di fuoco, poiché una creatura sottoposta e docile, con mutazioni e forme transitorie, manifestava la sua sostanza coeterna al Padre e al Figlio e altrettanto immutabile senza venir assunta da lui in unità di persona come la carne del Verbo incarnato (Gv 1, 14), non oso affermare che prima di allora non sia accaduto nulla di simile.

(S.Agostino, La Trinità 4, 20, 29-30)

Gli apostoli trasmetteranno lo Spirito ad altri. Tutti poi riconoscono che ai profeti viene dato lo Spirito Santo: ma tale grazia era limitata e sporadica e sulla terra essa venne a mancare da quel giorno di cui fu detto: Ecco la vostra casa vi sarà lasciata deserta (Mt 23, 38). Già prima di quel giorno, tuttavia, aveva cominciato a farsi sempre più rara. Nessun profeta era più tra loro e la grazia non veniva propiziata dai loro sacrifici. Essendo dunque stato tolto a loro lo Spirito Santo, esso venne poi profuso abbondantemente, e questa donazione ebbe inizio dopo la crocifissione, non solo con maggiore abbondanza, ma anche accompagnata da carismi più grandi (più stupefacente infatti fu il dono, come quando dice: Non sapete di quale spirito siete (Lc 9, 55); e di nuovo: Non avete ricevuto lo spirito della servitù, ma lo spirito dell’adorazione (Rm 8, 15). Infatti anche quegli antichi avevano lo Spirito, ma non lo trasmettevano agli altri; gli apostoli invece avrebbero riempito di lui innumerevoli infedeli, e poiché essi avrebbero ricevuto quella grazia (giacché ancora non era stata data), dice: Non c’era ancora lo Spirito Santo. Di questa grazia dunque l’evangelista diceva: Non c’era ancora lo Spirito, cioè non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora stato glorificato, chiamando gloria la croce.

(S.Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51, 2)

Una dimora ancora imperfetta. Mentre nei profeti lo Spirito serviva per fare profezie, ora, invece, dimora nei fedeli per mezzo di Cristo, e cominciò a dimorare dapprima in lui quando si fece uomo. Infatti, come Dio, egli ha inseparabilmente e sostanzialmente lo Spirito come suo proprio. Ma è unto per noi, e si dice che abbia ricevuto lo Spirito, in quanto è uomo, per comunicare non a se stesso ma alla natura umana i beni divini, come abbiamo già insegnato. Quando dunque il divino evangelista ci dice: Lo Spirito non era stato ancora dato, perché non ancora era stato glorificato (Gv 7, 39), comprenderemo che egli ci vuole dire che l’abitazione dello Spirito Santo negli uomini non era ancora integra e perfetta.

(S.Cirillo di Alessandria, Commento al Vangelo di Giovanni 5, 2)

Un’allusione al battesimo. Viene preannunciato e predetto che i Giudei, se avranno sete e cercheranno Cristo, si disseteranno presso di noi, cioè otterranno la grazia del battesimo: Se soffriranno la sete nei deserti – dice [Isaia] -acqua dalla roccia egli farà scaturire per loro: la roccia si spaccherà, sgorgherà l’acqua e berrà il mio popolo (Is 5, 21). Ciò si realizza nel Vangelo, quando Cristo, che è la pietra, viene ferito dal colpo di una lancia durante la passione. Egli, ricordando quello che era stato predetto dal profeta, esclama: Chi ha sete venga e beva chi crede in me: come dice la Scrittura, “fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. E perché potesse essere ancora più evidente che lì il Signore parla non del calice ma del battesimo, la Scrittura aggiunge queste parole: Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto quelli che credevano in lui. Infatti, attraverso il battesimo si riceve lo Spirito Santo, e così dopo essere stati battezzati e avere ricevuto lo Spirito Santo, si giunge a bere il calice del Signore. Ma non turbi nessuno il fatto che quando la divina Scrittura parla del battesimo dica che abbiamo sete e beviamo, e che poi sempre nel Vangelo il Signore dica: Beati quelli che hanno sete e fame di giustizia (Mt 5, 6), perché vuol dire che quello che si prende con avidità e con forte sete viene bevuto in modo più abbondante e ricco.

(S.Cipriano, Lettere 63, 8)

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