Noi non sappiamo guardare alla morte con lo sguardo di Gesù, perché riponiamo tutto nella vita. Eppure è solo attraverso la morte che noi raggiungiamo la vera pienezza di vita, che noi completeremo con la nostra partecipazione alla Redenzione. Gesù parlando di sé dice: «Se il granello di senape che è caduto a terra non muore, rimane solo: ma se muore produce molto frutto» (Gv 12,24); «E io, quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me» (Gv 12,32). Prima Lettura
«Tutti siamo ciechi, se il Cristo non ci illumina. <!-more-> Forse crediamo di sapere tante cose, di conoscere il mondo, la vita, l’amore e siamo ciechi; e non ce ne accorgiamo, che è la peggiore disgrazia di un povero cieco. La nostra anima vede veramente quando guarda con gli occhi di Dio, cioè con fede» (cit. P. Liggeri). LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Il Signore rigetta Saul perché non sa dare a Dio lo sguardo semplice dell’obbedienza ed elegge David perché
Dio aveva prodigiosamente dissetato il popolo che seguiva Mosè nel deserto. <!-more-> Dio fatto uomo chiede da bere ad una donna samaritana che stava attingendo acqua ad un pozzo. Le parti si sono invertite: Colui che può far scaturire l’acqua nel deserto, Colui che può dissetare anche l’anima, chiede da bere. Egli, in verità, ha sete di dissetarci. E noi possiamo dissetarlo aprendo l’anima alla sua grazia divina perché la nostra anima inquieta, e in continuo cammino ha un desiderio incessante