Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu l’ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene? Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene.
Nessun Cesare sulla terra può appropriarsi della persona umana, nessun governatore terreno può prendere il posto di Dio perché l’uomo e la donna che portano la Sua immagine e somiglianza gli appartengono e solo Dio può chiedere il dono totale della persona così come solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona. I cristiani però non possono restare ai margini della vita sociale o disinteressarsene, è vero, ma come conciliare la città terrena con quella celeste? Come mettere insieme
Tutta la liturgia odierna è indirettamente un invito al banchetto eucaristico al quale il Signore c’invita tutte le volte che parteciperemo alla santa messa, affinché Gesù colmi il nostro cuore e ripieni di Cristo possiamo donarlo al mondo assetato di Dio. La veste nuziale, secondo i padri, rappresenta non tanto l’assenza di peccato dal momento che tutti siamo peccatori, ma la carità e l’amore di Cristo fine che dovrebbe muovere tutte le azioni quotidiane, anche se risultassero «sbagliate» ma con l’intenzione
L’assunzione dà il compimento all’arco dei privilegi coi quali Dio ha voluto collocare Maria al centro della storia della salvezza. Eva peccando ci ha recluso la vita di grazia. Maria col suo «si» ce l’ha ridonata. LITURGIA DELLA PAROLA LITURGIA VESPERTINA DELLA VIGILIA Prima Lettura La vera arca dell’alleanza è il Corpo mistico di Cristo (la Chiesa), la quale è e compie ora in mezzo al mondo ciò che faceva l’arca in mezzo ad Israele: è il luogo scelto per la
Nella disperazione come nell’angoscia del dolore solo l’affetto sincero di una persona amica può dare coraggio e fiducia nella vita. Prima Lettura Nonostante il miracolo di Elia che sul monte Carmelo, aveva dato la possibilità al popolo di conoscere quale fosse il vero Dio, se il Signore (Jhwh) o gli idoli, l’idolatria continua in Israele. Scoraggiato il profeta si reca sul monte Sinai dove fa l’esperienza mistica di Dio: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore». Questi non gli
San Domenico <<parlava con Dio o parlava di Dio>>, pregava e predicava. Padre dei predicatori, Domenico tutto di Dio, testimone di vera Carità, esempio vivo di grande santità. Simile al fuoco, sorse un nuovo araldo della salvezza. La sua parola bruciava come fiaccola. Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, né c’era falsità sulle sue labbra. Dalla «Storia dell’Ordine dei Predicatori» O parlava con Dio, o parlava di Dio Domenico era dotato di grande santità ed era sostenuto sempre da un
Senza la docilità di cuore non è possibile una vera apertura verso Dio e di conseguenza verso i fratelli e la ricerca costante del bene che è Cristo in noi il quale muove per il loro stesso bene. Non è neanche possibile operare il discernimento del bene dal male perché è grazie allo Spirito Santo, luce dei cuori, che noi possiamo distinguere la luce dalle tenebre, sapere cosa viene da Dio e cosa ci allontana da Dio, e dunque essere in
Le parole e gli atteggiamenti di Gesù, specie quando sono intonati all’umiltà, alla mitezza e alla misericordia se, non apriamo il cuore per comprenderli, imitarli e quindi viverli, possono sembrarci paradossali, quasi incomprensibili, perché i nostri egoismi e la nostra superbia c’impediscono di capirli e di emularli; quando invece li facciamo nostri, li sperimentiamo come incorporandoli in noi sempre grazie a Lui, allora può succedere a volte che ci colpiscono e coinvolgono, ci emozionano fino anche a commuoverci, soprattutto quando ci
Le parole con le quali il cristiano inizia o termina gli atti più importanti della sua vita umana e della sua vita nella grazia sono sempre: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Tutta la nostra vita deve essere sempre orientata verso Dio, uno nella natura e trino nelle persone. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura (Es 34,4b-6.8-9) Il popolo aveva peccato adorando il vitello d’oro. Mosé intercede e Dio perdona dimostrandosi così «misericordioso e pietoso, lento all’ira e
Il peccato divide gli uomini, l’amore di Dio li affratella. Discordie individuali e sociali, guerre e violenze, hanno sempre alla loro origine l’egoismo eccessivo, la superbia incontrollata, il potere che genera l’avarizia, poi l’invidia introdotta dal nemico dell’uomo cosicché la morte è entrata nel mondo (cf. Sap 2,24), ma Dio non ha creato la morte (cf. Sap 1,13) e «L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati» (S.San Leone Magno,
La sorgente profonda di ogni attività sia individuale che collettiva, è il bisogno, il desiderio o la speranza che abbiamo di uno sboccio ad una pienezza di vita i cui valori umani vengano sublimati fino ad un grado assoluto e arricchiti infinitamente. In questo sforzo di inconscia ricerca e di completamento ci sono persone per cui i valori umani sono tutto e i soprannaturali niente ma sono proprio i valori soprannaturali o divini che rendono possibile il compimento di quelli naturali-umani
Nessun fondatore può sperare di vedere perpetuarsi la sua opera, se i suoi discepoli non ne accolgono il messaggio con uno spirito di comprensione, di amore, di fedeltà e di obbedienza. Ne risentirebbero deleteriamente il suo pensiero e le realizzazioni volute. Con questo non si esclude, sarebbe troppo ristretto, che si adatti il pensiero genuino di ogni fondatore alle nuove condizioni di vita e si creino nuove iniziative per meglio affermarlo e sottolinearlo. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Una città della
La mancanza di un’educazione basata su uno sforzo costante per la riuscita, ci ha portati a cercare la via più facile e comoda per raggiungere delle mete. La pubblicità ne è complice con la promessa di metodi infallibili e senza sforzi per riuscire presto nella vita, farsi tanti amici, raddoppiare o triplicare per così dire la memoria, quando invece quest’ultima viene indebolita; o apprendere una nuova lingua in 2 o 3 mesi. Anche qui, per nuovi bisogni sto cercando di imparare
Ognuno riempie la sua vita di progetti per costruirsi un destino di felicità. Poi le delusioni, i rovesci di fortuna, la vecchiaia, la morte di persone care fanno costatare quanto è caduco e contingente il contenuto della vita umana. L’egoismo affievolisce o distrugge l’amicizia e l’amore e da dominatori delle cose e del mondo rischiamo di naufragare in un tragico isolamento. A che serve allora la vita umana, viene spontaneo concludere? La vita perché abbia un senso e un significato deve
«Il Signore della vita era morto, ma ora è risorto». «In Lui, vincitore del peccato e della morte», l’universo risorge e si rinnova e l’uomo ritorna alle sorgenti della vita». La nostra conversione è vera e sincera a seconda di come sappiamo liberarci dalla mentalità del mondo in cui viviamo per respirare ed agire secondo la mentalità di Gesù-Cristo che conosciamo in primo luogo dalla Scrittura. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Cristo è risorto! Pietro può affermarlo anche ai gentili. Egli,
Orazione: Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Egli è stato trafitto per le nostre colpe. (Quarto canto del Servo del Signore) Dal libro del profeta Isaìa (Is 52,13-53,12) Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato
L’ultima Cena è stata davvero l’ultima perché è stata la celebrazione finale dei riti pasquali rinnovati da Gesù: la Pasqua di Cristo e poi dei cristiani. La Coena-Domini Pasquale del Signore c’immette dentro il cuore del mistero pasquale, l’Agnello immolato per noi che ci ha redenti con il suo Sangue. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Prescrizioni per la cena pasquale. Dal libro dell’Èsodo (Es 12,1-8.11-14) In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese
Non è una riproduzione folcloristica dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, <!-more-> ma un fare memoria della «presa» di possesso della Città Santa, simbolo della Nuova Gerusalemme da parte del Messia che si sostituirà all’antico sacerdote ebraico. Con la sua morte e risurrezione, Cristo entra nel suo Regno e tutta la comunità, il mondo intero attende il suo ritorno glorioso nella parusia.Antifona Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il
Noi non sappiamo guardare alla morte con lo sguardo di Gesù, perché riponiamo tutto nella vita. Eppure è solo attraverso la morte che noi raggiungiamo la vera pienezza di vita, che noi completeremo con la nostra partecipazione alla Redenzione. Gesù parlando di sé dice: «Se il granello di senape che è caduto a terra non muore, rimane solo: ma se muore produce molto frutto» (Gv 12,24); «E io, quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me» (Gv 12,32). Prima Lettura
Dio aveva prodigiosamente dissetato il popolo che seguiva Mosè nel deserto. <!-more-> Dio fatto uomo chiede da bere ad una donna samaritana che stava attingendo acqua ad un pozzo. Le parti si sono invertite: Colui che può far scaturire l’acqua nel deserto, Colui che può dissetare anche l’anima, chiede da bere. Egli, in verità, ha sete di dissetarci. E noi possiamo dissetarlo aprendo l’anima alla sua grazia divina perché la nostra anima inquieta, e in continuo cammino ha un desiderio incessante
Il digiuno e la preghiera <!-more-> sono l’espressione «incarnata» del riconoscimento della nostra dipendenza da Dio, della fiducia esclusiva che in Lui riponiamo, nonché l’affermazione della nostra libertà nei confronti del “mondo” e dei potenti che pretendono di imporsi con la forza bruta. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura (Gn 12,1-4a) La vocazione di Abramo, e la sua obbedienza alla voce divina, che lo chiama da tutte le certezze presenti verso un futuro grande, ma incerto e paradossale, è l’inizio della storia
Dio ha dato all’uomo la libertà. <!-more-> Gli ha però mostrato la via della felicità che è nell’aderire a lui. Ma l’uomo vuole emanciparsi e si allontana da Dio. Ed ecco che il potere, la ricchezza, il piacere, lo possono avvolgere, quando ricercati per sé-stessi, nelle loro false luci fino a renderlo schiavo delle sue passioni. Allora nel cuore non resta che il rimpianto di una libertà perduta. Lontano da Dio l’uomo infatti perde la sua vera fisionomia che è la
Già fin dall’Antico Testamento veniva fortemente inculcato l’amore verso il prossimo (Cf. Lv 19,18). <!-more-> La perfezione di questo precetto si ha nel Nuovo Testamento. Sulle labbra di Gesù l’amore del prossimo diventa qualcosa di nuovo: (cf. il racconto del buon samaritano, Lc 10, 25-37). Per Gesù «prossimo» è ogni uomo, tutti gli uomini, senza distinzioni di razza o di religione bisognosi di aiuto. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura (Lv 19,1-2.17-18) Israele, scelto da Dio come popolo eletto è chiamato a
Il cristiano è un testimone di Cristo: «Voi sarete miei testimoni». <!-more-> Egli deve continuare la testimonianza del Cristo nella quotidianità della propria giornata, monotona e ripetitiva e sempre uguale che sia, ma solo apparentemente, o varia e multiforme, differente e divertente che sia, condividendo la vita dei propri simili, dividendo il pane con l’affamato, introducendo in casa i miseri ossia cercando di farsi dono a tutti direbbe l’apostolo. Prima Lettura L’essenza della vera religione sta nella carità e nella giustizia.
L’esperienza di Dio, della sua salvezza è possibile soltanto a chi si presenta davanti a Lui nello stato di indigenza. <!-more-> È sul «povero», sul contrito ed umiliato di cuore che Egli posa i suoi occhi. Quanti sono privi di gioia, di serenità, il Cristo li invita a cercare l’origine di tanta insoddisfazione e smarrimento, che forse sta nel ricercare il benessere per il benessere. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Sofonia ci dà il ritratto più completo del «povero» secondo la