NT/ Ottobre 7, 2023/ Vangelo-Domenica con i Padri, Liturgia della Parola domenicale, Orientamenti per la preghiera, Vangelo, Padri Chiesa, Commenti Bibbia, Raccolte, Meditazioni, Riflessioni, Sacra Scrittura, Padri, Domenica

L’amore esige un affettuoso ricambio: è infatti più penosa l’indelicatezza di una persona cara che il tradimento di un estraneo. L’amore di Dio è semplice e complesso: è insieme amore materno, paterno e nuziale. Comprende tutti gli amori nelle sue molteplici sfumature. È amore di gratuità per essenza, per questo esige una totalità di fedeltà che generà vitalità nell’impegno come un seme che diventa albero e a sua volta produca frutti di vita.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Nella Bibbia il popolo di Dio è sovente paragonato ad una vigna. Il Signore ama questa vigna: se l’è scelta, l’ha piantata in un luogo fertilissimo, l’ha circondata di mille premure. Infatti, fin dall’infanzia Israele è stato condotto dal Signore per mano, con legami di bontà, con vincoli d’amore (cf. Os 11, 1-4). ciò nonostante il popolo tutto pecca d’infedeltà; è il tradimento della sposa-Israele verso lo sposo-Dio che infrange l’Alleanza d’amore tuttavia Il Signore usa misericordia e attende pazientemente che i suoi figli ritornino a Lui pentiti affinché ritrovino vita e salvezza, perdono e guarigione perché «la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele» in eterno e per sempre.

Dal libro del profeta Isaìa (Is 5,1-7)

Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale dal [Sal 79 (80)]

R. La vigna del Signore è la casa d’Israele.Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli. R.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna. R.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. R.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R.

Seconda Lettura

Nonostante qualsiasi sofferenza, il cristiano deve saper rigettare inquietudine e angoscia e praticando generosamente quelle virtù umane che trasfigurate dalla grazia, saranno sorgente di quella pace che Gesù ci ha lasciato (cf. Gv 14,27) e che mediante la fiducia in Dio accompagnata dalla preghiera instancabile sfociano nella carità divina  riversata nei nostri cuori e pensieri, come una cascata di luce, per custodirli  in Cristo. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (Fil 4,6-9)

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga. (Cf. Gv 15,16)

Alleluia.

VANGELO

Il padrone della vigna è Dio che con Alleanza d’amore l’ha donata al suo popolo Israele. I cattivi vignaiuoli pretendono di tenere tutto per sé il profitto. Non contenti quindi di maltrattare i profeti inviati loro da Dio, uccidono anche il Figlio unigenito e prediletto. Ma Dio lo risusciterà e farà di lui la «pietra angolare» del Regno, il rinnovato popolo di Dio nel suo Sangue i cui frutti saranno abbondanti.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,33-43)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA

In principio, Dio, nella sua magnificenza, ha creato l’uomo. Ha scelto i patriarchi in vista della sua salvezza. Si è scelto un popolo, insegnandogli, anche se indocile, a seguire la via di Dio. Ha prestabilito i profeti sulla terra, per abituare l’uomo a ricevere il suo Spirito ed entrare in comunione con Dio. Egli non aveva bisogno di nessuno, ma q quelli che avevano bisogno di lui offriva la sua persona. Per quelli nei quali metteva la sua compiacenza, come un architetto, ha disegnato in precedenza il piano della salvezza. Nelle tenebre d’Egitto si è fatto, lui stesso, sua guida. nel deserto, dove era errante, gli diede una legge molto appropriata e a coloro che entrarono nella terra promessa, offrì l’eredità scelta. Per tutti quelli che ritornano alla casa del Padre, ha ucciso il vitello grasso e donato una veste preziosa. Così, in molte maniere, consegnava il genere umano, per armonizzarlo alla salvezza, E passando dall’uno all’altro di tutti questi uomini, il Verbo, senza attaccarsi a se stesso, si è messo al servizio di coloro che si erano sottomessi, dando a ogni creatura la sola legge che le convenga e che le sia adatta.

(S.Ireneo, Contro le eresie)

Adamo ed Eva cacciati dal paradiso

Mosaico XII-XIII secolo, duomo di Monreale. (Dio rimprovera Adamo ed Eva)

170 Matteo
zi, D Un padrone piantò una vigna
Ascoltate un’altra parabola.Con questa parabola indica in modo allusivo molti concetti: la provvidenza di Dio nei loro confronti fin dall’antichità; il loro atteggiamento sanguinario fin dall’inizio; il fatto che non fu tralasciato nulla di ciò che riguardava la sollecitudine verso di loro; che non li respinse nonostante fossero stati uccisi i profeti, ma inviò anche il Figlio; che uno solo e il medesimo è il Dio del Nuovo e dell’Antico Testamento; che la morte di Cristo avrebbe conseguito grandi risultati; che avrebbero subito la più severa punizione per la crocifissione e la loro audacia; la chiamata delle genti e la caduta dei giudei. Perciò colloca la parabola dopo quella precedente, per dimostrare anche così che la loro colpa è maggiore e assolutamente inescusabile. Come e in che modo? Perché, pur essendo stati oggetto
di una sollecitudine così grande, erano stati superati, e di tanto, da prostitute e pubblicani.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1)
Circondò la vigna con una siepe
Considera la sua grande provvidenza e la loro indicibile inerzia. Difatti egli stesso fece quello che era compito dei contadini: mettere intorno una siepe, piantare la vigna e tutto il resto, e lasciò loro poco da fare, vale a dire aver cura di quello che c’era e custodire quanto era stato dato. Niente era stato trascurato, ma tutto era stato compiuto; neppure
così però ne trassero vantaggio, pur avendo ricevuto da lui tanti beni. Quando infatti uscirono dall’Egitto, dette la legge, fece sorgere una città, edificò il tempio, predispose un altare. E se ne andò: cioè, fu paziente, quanto non sempre castiga subito i peccati; indica con il fatto di andar via la sua grande pazienza.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1)
I vignaioli uccidono i servi del padrone
Mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. E mandò i suoi servi, cioè i profeti, a ritirare il raccolto, cioè l’obbedienza, dimostrata per mezzo delle opere. Ma quelli anche in questo caso mostrarono la loro malvagità, non solo non dando il raccolto dopo aver usufruito di tanta sollecitudine, il che era effetto della loro indolenza, ma anche adirandosi nei confronti di quelli che erano venuti da loro. Essi che non avevano da dare ed erano debitori, non avrebbero dovuto irritarsi né infastidirsi, ma supplicare. Invece non solo si irritarono, ma riempirono anche le loro mani di sangue e, benché fossero passibili di punizione, erano loro a punire. Perciò inviò altri una seconda e una terza volta, perché fossero dimostrate la loro malvagità e la bontà di chi li aveva inviati: Perché non inviò subito il figlio? Perché, condannando se stessi per quanto avevano fatto a quelli, e dopo aver sfogato la loro collera, avessero rispetto per lui quando fosse venuto.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1)
Avranno rispetto di mio figlio
Che significa: Forse avranno rispetto? Non indica che lo ignorasse, non sia mai!, ma denota la volontà di mostrare la grandezza del peccato, privo di qualsiasi giustificazione. Lo mandò pur sapendo che lo avrebbero ucciso. Dice: avranno rispetto, per far sapere quello che sarebbe dovuto accadere, perché era loro dovere aver rispetto per lui. Anche in un altro passo dice: Se mai ascoltino, anche in questo caso non perché lo ignorasse, ma perché alcuni sconsiderati non dicessero che la sua predizione aveva determinato la disobbedienza; per questo motivo si esprime così dicendo: Se mai, e: Forse. Anche se infatti erano stati ingrati nei confronti dei servi, avrebbero dovuto rispettare la dignità del figlio.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1)
Uccidiamolo e avremo noi l’eredità
Che fecero dunque costoro? Mentre avrebbero dovuto accorrere e chiedere perdono per le loro colpe, ne aggiungono altre a quelle precedenti e si accingono a compiere ulteriori nefandezze, mettendo sempre in ombra le precedenti con quelle seguenti; manifestava questo concetto dicendo: Colmate la misura dei vostri padri. Fin dai tempi antichi i profeti li rimproveravano per questo, dicendo: Le vostre mani sono piene di sangue, e: Uniscono sangue a sangue, e: Voi che costruite Sion sul sangue. Ma non rinsavirono, pur avendo ricevuto questo precetto per primo: Non ucciderai ed essendo stato loro ordinato per questo di tenersi lontano da innumerevoli altre azioni, spinti all’osservanza di questo precetto con molti mezzi di ogni specie. Tuttavia però non abbandonarono quella malvagia abitudine. Ma che dicono vedendolo? Venite, uccidiamolo. Perché, per quale motivo? Quale accusa, piccola o grande, potevano rivolgergli? Perché vi onorò e, pur essendo Dio, si fece uomo per voi e operò quegli innumerevoli prodigi? Forse perché perdonava i peccati? Forse perché chiamava al Regno? Considera, oltre all’empietà, la loro grande stoltezza e il motivo dell’uccisione, pieno di grande follia. Uccidiamolo, dicono, e avremo la sua eredità.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1)
Il padrone e la vigna
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio ! Il figlio unico del padrone è il Signore, il Figlio di Dio, che venne per volontà del Padre alla sua vigna, che è il popolo giudaico. Ma quei vignaioli, che sono i dottori della Legge, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Anche loro crocifissero nostro Signore fuori della città, mentre gridavano: Crocifiggilo, crocifiggilo! Ma non vennero in possesso dell’eredità della Legge; al contrario condannarono se stessi a morte, poiché il Signore chiese: Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? Ed essi risposero: Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo. Condannarono se stessi con le loro parole, come suggerisce il Signore, quando parla di se stesso e della loro infedeltà: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.
(Epifanio Latino, Interpretazione dei Vangeli 31)
Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero
E dove decidono di ucciderlo? Fuori della vigna. Hai visto come profetizza anche il luogo, dove stava per essere ucciso? E cacciatolo, l’uccisero. Luca dice che Cristo stesso dichiarò quello che costoro dovevano soffrire, ed essi replicarono: Non sia mai, e aggiunse la testimonianza della Scrittura: Rivoltosi verso di loro, disse: Che cosa è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo, e chiunque cadrà su di essa si sfracellerà?
Matteo invece dice che furono essi a pronunciare la sentenza. Ma non si tratta di una contraddizione, perché accaddero entrambe le cose: essi pronunciarono la sentenza contro se stessi e, accortisi d’altra parte di quanto avevano affermato, dissero: Non sia mai! Cristo allora oppose ad essi il profeta come un baluardo, per persuaderli che sarebbe stato senz’altro così. Tuttavia però neppure così ha fatto riferimento chiaramente alle genti, in modo da non offrire loro alcun appiglio, ma vi ha alluso dicendo: Darà la vigna ad altri. Perciò ha parlato per mezzo di una parabola, perché essi stessi pronunciassero la sentenza.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 68, 1-2)
L’opera del Signore è mirabile-Cristo, la pietra angolare
Cristo è chiamato pietra per due ragioni. In primo luogo, perché le sue fondamenta sono solide, e nessuno di quelli che stanno su lui cadrà mai vittima delle lusinghe ingannatrici o sarà travolto dalle tempeste delle persecuzioni. In secondo luogo Cristo è chiamato pietra, poiché in lui risiede la distruzione ultima del male, poiché, come tutto ciò che sbatte contro una pietra si infrange, mentre la pietra rimane intatta, così anche tutti coloro che si oppongono alla fede cristiana saranno rovinati, mentre la cristianità resterà incolume.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)
Uccidere Dio per poter peccare impunemente
I sacerdoti dell’antica alleanza, che avevano già cessato di avere speranza in Dio, dal momento che erano pieni di ogni malvagità, levarono le mani contro Dio stesso, per quanto sapessero che Cristo era il Figlio di Dio, dal momento che avevano rinunciato del tutto ad astenersi dal male. Vi meraviglia ciò? In verità ogni uomo malvagio, per quanto riguarda la sua volontà, leva le mani contro Dio e lo uccide, poiché chi non esita a provocare la collera di Dio, o a disprezzare i suoi comandamenti, o a trattare il suo nome con disprezzo, o a pronunciare blasfemie contro di lui, o a mormorare contro di lui, o a guardare verso il cielo con atteggiamento rabbioso, o a sollevare la sua mano contro Dio irosamente, di certo l’ucciderebbe se fosse possibile, solo allo scopo di poter peccare impunemente.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)
I sommi sacerdoti e i farisei temevano la folla
Sebbene (i sommi sacerdoti e i farisei) fossero di cuore duro e ottusi per la loro incredulità ed empietà nei confronti del Figlio di Dio, tuttavia non potevano negare le aperte accuse rivolte contro di loro e capivano che tutte le parole del Signore erano dirette al loro bersaglio. Per questo volevano ucciderlo, ma avevano paura delle turbe, che lo consideravano un profeta. La folla è sempre volubile, non rimane ferma nel suo proposito e, come le onde, si fa trascinare or qua or là dall’impeto di venti diversi. Ora lo venerano e lo rispettano come un profeta; tra poco contro di lui grideranno: Crocifiggilo, crocifiggilo.
(S.Girolamo, Commento su Matteo 3, 21, 46)

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