NT/ Ottobre 1, 2023/ Raccolte

È libero l’uomo di fronte al suo passato? Non troppo: le problematiche trasmessegli dai genitori possono condizionarlo, le abitudini possono legarlo a livello conscio o inconscio. La conoscenza delle errate tradizioni, potrà permetterci di sganciarci da un passato sclerotico e di incamminarci verso un avvenire veramente vitale per la premiazione della libertà a servizio del meglio. Gesù ci dice che per entrare nel «Regno» non basta dire «Signore, Signore»; occorre compiere la volontà del Padre che sta nei cieli (cf. Mt 7,21). A che vale invocare il suo Nome, se non osserviamo i suoi comandamenti, se non lo riconosciamo nel fratello?

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

È una vera rivoluzione d’amore quella che il profeta Ezechiele presenta nella dottrina della retribuzione: non più responsabilità collettiva, ma personale; non più coinvolgimento nei peccati dei padri. Il male è imputato a chi lo commette; il premio spetta a chi lo merita. Ezechiele parla agli esuli, sfiduciati di fronte alla sofferenza. Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.

Così dice il Signore:
«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Sal 24 (25)

R. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno. R.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Seconda Lettura

L’unità edifica, la disunione demolisce: questo è l’insegnamento paolino ai Filippesi. Perché l’umiltà tra i Cristiani, perché la ricerca costante degli interessi altrui e non propri? La risposta è di una formidabile coerenza: il figlio di Dio, modello di ogni cristiano, ha dato con la morte di croce esempio luminoso d’obbedienza al padre, di amore per tutte le creature. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (Fil 2,1-11)

Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)

Alleluia.

VANGELO

Quale significato ha la nostra fede se siamo impazienti, avari, ingiusti, calunniatori, adulteri ?Con la parabola dei due figli Gesù vuol mettere in evidenza la piaga dei farisei nel contrasto tra il dire e il fare. Essi insegnano ma non praticano. Ecco perchè sono più responsabili e saranno preceduti nel Regno dai pubblicani e dalle meretrici. questi hanno creduto a Giovanni, il precursore e possono mostrare i segni della conversione e della fede. L’importante non sta tanto nel dire sì, quanto nell’agire secondo lo spirito di Dio che vivifica e libera. Solo chi crede alla Misericordia del Signore e obbedisce con i fatti alla Sua Parola sarà salvo. Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore.

ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA

Per tutti i peccati che siano commessi dalla carne o dallo spirito, con atti o desideri, colui che ha deciso che la pena verrà mediante il giudizio, ha pure promesso che il perdono verrà attraverso la penitenza, quando disse al suo popolo: « Pentiti e ti salverai». E ancora: « Io sono il Dio vivente, dice il Signore, e amo più la penitenza della morte». La penitenza è quindi la vita, poichè è preferibile alla morte. Gettati su di essa, peccatore che mi assomigli, abbracciala come il naufrago si afferra alla tavola di salvezza. essa ti sosterrà al di sopra dei flutti della prevaricazione, dove tu sprofondavi, e ti porterà fino al porto della clemenza divina.

(Tertulliano, La penitenza)

I due figli
In questa parabola il secondo dei due figli rappresenta i gentili, dal momento che essi discendono dal loro padre Noè. Il primo rappresenta invece i giudei, che discendono da Abramo. Rivoltosi al primo disse:
Figlio, va oggi a lavorare nella vigna. Oggi si riferisce a quest’età presente. In che modo ha parlato ai suoi due figli? Non si è rivolto loro faccia a faccia, come un uomo, ma ha parlato al loro cuore, come Dio.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)
Non promettere mai senza mantenere
Che significa lavorare nella vigna?
Lavorare nella vigna è compiere la giustizia. Abbiamo notato in precedenza che la vigna è la giustizia che Dio ha piantato nella natura di tutti gli uomini, ma in modo particolare nelle Scritture dei giudei.
Ciascuna vite della vigna rappresenta un tipo diverso di giustizia, e ciascuna persona, secondo le sue virtù individuali produce più o meno viti. […] (Il secondo figlio disse): Non ne ho voglia. In che modo disse: Non ne ho voglia? Lo disse nei suoi pensieri, poiché chi comprende la differenza fra bene e male, e abbandona il bene per seguire il male risulta ribellarsi contro il Signore nei suoi pensieri. […] I pagani, che abbandonarono Dio e la sua giustizia dall’inizio, e si convertirono al culto degli idoli e a una vita di peccato, risultano essersi ribellati nei loro pensieri, come se avessero detto: «Non compiremo la giustizia che abbiamo appreso da te».
(Il primo figlio aveva detto): Si, Signore, ma poi non andò. Quando i giudei, rappresentati qui dal figlio maggiore, furono interrogati da Mosè e da Giovanni il Battista, attraverso i quali parlava loro Dio, essi risposero che avrebbero compiuto tutto ciò che il Signore ordinava. In seguito, però, si allontanarono da Dio, e gli mentirono, come aveva predetto il profeta: Figli stranieri mi hanno ingannato (Sal 17, 46). Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Essi risposero: I’ultimo. Notate come, secondo quanto abbiamo già rilevato in precedenza, essi, essendo attratti dalla verità della parabola, volgono il suo significato contro se stessi, quando dicono che l’ultimo figlio, che rappresenta i gentili, ha compiuto la volontà del padre. È meglio compiere la giustizia di Dio senza fare promesse che promettere, per poi rinnegare la propria promessa.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)
Prime risposte e seconde risposte
Il primo figlio è il popolo uscito dai farisei, esortato continuamente da Dio, mediante la profezia di Giovanni, ad obbedire ai suoi comandamenti. Questo popolo è stato arrogante, disobbediente e ribelle ai richiami pressanti, poiché riponeva la sua fiducia nella Legge e rifiutava di pentirsi dei peccati, gloriandosi della nobile prerogativa che riceveva da Abramo. Ma poi, davanti ai miracoli operati dopo la risurrezione del Signore, pentitosi al tempo degli apostoli ha creduto, ritornando, davanti alla realtà dei fatti, alla volontà di agire secondo il Vangelo e pentendosi ha riconosciuto la colpa della sua precedente arroganza.
Il figlio minore invece è la folla dei pubblicani e dei peccatori che, venendo dopo nella condizione di peccato nella quale allora si trovava, ha ricevuto l’ordine di Giovanni di attendere la salvezza da Cristo e di credere, dopo essere stata da lui battezzata. Dicendo che ha promesso di andare e non è andata, egli mostra che essa ha creduto a Giovanni. Ma, poiché non ha potuto ricevere l’insegnamento degli apostoli se non dopo la passione del Signore (in quel tempo infatti dovevano compiersi i misteri dell’umana salvezza), egli indica che non è andata.
Infatti non ha detto che non ha voluto, ma che non è andata. La sua condotta si sottrae all’accusa di incredulità, poiché il fatto in se stesso comportava difficoltà di realizzazione. Non è che non volle andare subito al lavoro che gli era stato prescritto, ma poiché non poteva andarci, non ci andò. In questo caso viene mostrato l’ostacolo della necessità senza che ci sia una colpa nella volontà.
(S.Ilario di Poitiers, Commentario a Matteo 21, 13-14)
Le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio
Se avesse detto semplicemente: Le prostitute vi passano avanti, il suo discorso sarebbe sembrato loro duro; ora invece, dichiarandolo dopo che essi avevano pronunciato la loro sentenza, non sembra intollerabile.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 67, 3)
È venuto a voi Giovanni
Perciò aggiunge anche il motivo. Qual era? Dice: È venuto a voi Giovanni, non a quelli; e non solo questo, ma anche: nella via della giustizia. Non potete accusarlo di essere stato negligente e utile a nulla, ma la sua vita era irreprensibile, grande il suo zelo, e non gli avete badato.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 67, 3)
Le prostitute gli hanno creduto
L’espressione: passano avanti è detta non nel senso che questi stavano dietro, ma nel senso che, se volevano, avevano questa speranza. Nulla infatti come l’emulazione stimola quelli che sono più indolenti; perciò dice sempre: I primi saranno ultimi e gli ultimi primi Per questo ha presentato prostitute e pubblicani, perché fossero presi da emulazione. Questi sono i due peccati estremi che nascono da un amore funesto, l’uno dal desiderio del corpo, l’altro da quello delle ricchezze.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 67, 3)
Nessuno si aspettava che le prostitute avrebbero creduto
Voi che siete sacerdoti, dal momento che conoscete i comandamenti delle Scritture e occupate posizioni di comando in mezzo al popolo, sareste dovuti essere i primi a credere in Cristo, come un vero modello per tutti gli altri. Ma non solo non siete riusciti a credere in lui, ma anche dopo aver visto che i pubblicani e le prostitute credevano in lui, non vi siete vergognati né pentiti. I pubblicani e le prostitute, che nessuno si aspettava avrebbero creduto, in verità credettero, ma voi, che apparivate essere i fedeli seguaci di tutti i comandamenti, restaste
ostinatamente nella vostra impudenza, rifiutando di pentirvi e di credere, o anche di seguire l’esempio di coloro ai quali avreste dovuto essere di esempio. Dobbiamo credere che voi non credeste in Cristo poiché eravate più esenti da peccato di coloro che credettero in lui? Niente affatto: voi non credeste perché eravate più pieni di disprezzo verso Dio, più arroganti, più innamorati della vanagloria, più duri di cuore, privi dell’intenzione di guidare gli altri nella fede o di seguirli.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)
Voi non vi siete nemmeno pentiti in seguito
Oltre a questo c’è un altro motivo di accusa, che cioè i pubblicani gli hanno prestato attenzione, e oltre a questo, ce n’è ancora un altro, che voi non gli avete creduto neppure dopo quelli. Avreste dovuto credergli prima di loro; non averlo fatto nemmeno dopo di loro, vi ha privato di ogni indulgenza. Costituiva una straordinaria lode per quelli e motivo di accusa per costoro. È venuto a voi e non l’avete accettato; non è venuto a loro e l’hanno accolto: nemmeno quelli avete avuto per maestri. Vedi in quanti modi mostra l’elogio verso quelli e l’accusa nei confronti di questi. È venuto a voi, non a loro. Voi non avete creduto; questo non li ha scandalizzati. Essi hanno creduto, ma questo non vi ha giovato.
(S.Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 67, 3)
Perché i pubblicani vi precedono nel regno di Dio
Si può riassumere l’insegnamento del Signore in questo modo: «Anche se Giovanni non fosse venuto a voi “nel modo della giustizia”, ma avesse semplicemente predicato un battesimo di pentimento, avreste dovuto credere in lui, in qualità di sacerdoti e uomini saggi, che giudicano imparzialmente e in accordo con i fatti, poiché quale rilevanza ha la condotta di vita del maestro per il suo studente? Se (il
maestro) vive nel male, egli solo è dannato, ma se insegna secondo verità, il beneficio si profonde su chiunque lo ascolti. Ma a maggior ragione Giovanni venne a voi in “un modo di giustizia” così apertamente manifesto che con la sua condotta esemplare e vita angelica trafisse anche i cuori dei pubblicani e della prostitute, e li convertì con timore e tremito alla fede. Ma egli non toccò affatto i vostri cuori. Pertanto potete constatare che è detto giustamente che i pubblicani e le prostitute vi precedono nel regno».
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 40)

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