NT/ Aprile 14, 2022/ Raccolte, Preghiere

Un’ora di preghiera con Gesù nel Getsèmani
Dal Diario di suor Josefa Menéndez:
«Vieni un momento, vieni a pregare con me, è adesso che io ho bisogno di te; non aver paura
di lasciare per me questo riposo, perché io stesso sarò la tua ricompensa… E ricevo la stessa
risposta! Povera anima sonnolente che non può vegliare un’ora sola con me!».
Preghiamo
Salvatore misericordioso, questa notte ci ricorda il tuo testamento di amore e l’angosciosa
agonia della tua anima, triste fino alla morte. Noi vogliamo spiritualmente accompagnarti
nell’orto degli Ulivi, accogliendo il tuo ripetuto invito a vegliare e a pregare almeno un’ora con te.
Sappiamo che sulle tue spalle gravano anche i nostri peccati e che nel calice amaro c’erano
anche le nostre colpe e le nostre infedeltà.
Ti offriamo perciò quest’ora di adorazione come un atto doveroso di riparazione e di amore.
Puriflca, o Gesù, la nostra anima, liberaci dalla mortificante tiepidezza e aiutaci a non cadere
nella tentazione.
Nei momenti bui della tribolazione e dello scoraggiamento, fa’ che imitiamo te, che nella
prolungata preghiera hai trovato la forza di aderire pienamente alla volontà del Padre e di
affrontare con coraggio la tua passione.
Quella del Getsèmani è l’ora della prova suprema per il Figlio dell’uomo. Egli è oppresso nel più
profondo del suo essere umano da un’angoscia mortale. Di fronte alla morte sente tristezza,
paura, avversione. Sulla sua anima grava un peso immane, il peso di tutto il peccato del mondo.
Egli sa che deve portarlo da solo, sa di essere la vittima designata dal Padre. Tuttavia, in quel
momento, egli sente il bisogno del conforto degli uomini, e ritorna più volte presso i discepoli
prediletti, nella speranza che essi gli dimostrino comprensione e almeno preghino con lui. Ma i
discepoli dormono. Non comprendono la sua sofferenza, sono completamente ignari del suo
dramma interiore e perciò incapaci di confortarla.
Solo rivolgendosi al Padre con un ’ardente e prolungata preghiera, Gesù trova la forza di
superare vittoriosamente la prova più difficile della sua vita, abbandonandosi docilmente e
sottomettendo umilmente a lui la sua volonta‘ umana.
Lettura biblica:
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato GetsèMani, e disse ai discepoli: «Sedetevi
qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a
provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla Morte; restate qui e
vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi Venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di
vegliare Con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è
pronto, ma la came è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo.. «Padre mio, se
questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e
li trovò di nuovo addormentati, perche’ i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di
nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse
loro: «Dormite pure e riposatevi! ECCO, I’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in
mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino» (Mt 26,36-46).
 PRIMO QUARTO D’ORA
Gesù è abbandonato
Dal Diario di suor Josefa Menéndez:
«Avvicinati a me e quando mi vedrai immerso in un oceano di tristezza, vieni con me a cercare i
tre discepoli che ho lasciati distanti.
Li avevo presi con me per riposarmi presso di loro, facendoli partecipi della mia angoscia. Ma
come esprimere ciò che provò il mio cuore quando, cercandoli, li trovai immersi nel sonno?
Com’è triste, per chi ama, trovarsi solo, senza potersi confidare con i suoi cari!
Quante volte il mio cuore soffre lo stesso dolore e quante volte, cercando qualche sollievo
presso le anime scelte, le trovo addormentate! Invano cerco di destarle e di trarle fuori da se
stesse, dalle loro preoccupazioni personali, dalle loro vane e inutili occupazioni. Troppo spesso,
mi rispondono, se non con le parole con gli atteggiamenti: “Ora non posso, ho troppo da fare,
sono troppo stanca, ho bisogno di pace!”
Anime care, imparate qui ancora come sia inutile e vano cercare sollievo presso le creature.
Quante volte troverete presso di loro una maggiore amarezza perché esse sono addormentate
e non corrispondono né alla vostra fiducia né al vostro amore».
Pausa per Ia meditazione e la preghiera silenziosa.
preghiamo con i Salmi 17 e 18
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Mio Dio, ascolta la mia voce.
Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
Mio Dio, ascolta la mia voce.
Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
Mio Dio, ascolta la mia voce.
Perché tu salvi il popolo dei poveri,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
Signore, tu dai luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
Mio Dio, ascolta la mia voce.

+(Padre nostro . Ave Maria . Gloria al Padre) +

ll QUARTO D’ORA
Gesù prega il Padre
Dal Diario di suor Josefà Menéndez:
«Ritornando alla mia preghiera, mi prostrai un’altra Volta, adorai il mio Padre, implorando il suo
aiuto.
Dissi: “Padre mio”. Quando il vostro cuore soffre di più, allora dovete chiamare anche voi Dio
con il nome di Padre. Supplicatelo di aiutarvi, esponetegli le vostre sofferenze, i vostri timori, i
vostri desideri e, con il grido della vostra angoscia, ricordategli che siete i suoi figli prediletti.
Ditegli che il vostro corpo è sfinito, il vostro cuore oppresso fino alla morte, che l’anima sembra
sperimentare il sudore di sangue. Pregatelo con fiducia filiale e aspettate tutto da colui che vi è
Padre. Egli vi consolerà e vi darà la forza necessaria per affrontare la tribolazione e la
sofferenza, sia la vostra che quella delle anime a voi affidate.
L’ anima mia, triste e sgomenta, doveva sopportare un’angoscia ancora più mortale poiché,
sotto il peso delle iniquità degli uomini e, in ricambio di tanti patimenti e di tanto amore, non
vedevo che oltraggi e ingratitudini!».
Pausa per la meditazione e la preghiera silenziosa.
Preghiamo con il Salmo 5
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.
Signore, ascolta la mia preghiera.
Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore.
Signore, ascolta la mia preghiera.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,
poiché tu benedici il giusto, Signore,
come scudo lo circondi di benevolenza.
Signore, ascolta la mia preghiera.
 +(Padre nostro . Ave Maria . Gloria al Padre) +
III QUARTO D’ORA
Il sangue versato
Dagli scritti di suor Josefa Menéndez:
«Il sangue che mi sgorgava da tutti i pori e che avrei versato da tutte le mie ferite, sarebbe stato
inutile per tante anime! Molte sarebbero andate perdute, altre, in un numero maggiore, mi
avrebbero offeso e moltitudini intere non mi avrebbero neppure conosciuto. E il mio sangue lo
avrei sparso per tutte e i miei meriti sarebbero stati offerti a ognuna! Sangue divino! Meriti
infiniti! Inutili per tante e tante anime! SÌ, per tutte avrei versato il mio sangue e tutte sarebbero
state amate di grande amore. Ma, quante sono quelle verso le quali questo amore sarebbe
stato più delicato, più tenero, più ardente! Da queste anime mi sarei aspettato più consolazioni
e più amore, Più generosità e abnegazione, in una parola, Più comspondenza alla mia bontà».
Pausa per la meditazione e la preghiera silenziosa.
Preghiamo con Il profeta Isaia (da Is 53,4-5.7.10)
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Per la tua passione, o Signore, donaci la salvezza.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
II castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Per la tua passione, o Signore, donaci la salvezza.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pccora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Per la tua passione, o Signore, donaci la salvezza.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Per la tua passione, o Signore, donaci la salvezza.
 +(Padre nostro . Ave Maria . Gloria al Padre) +
IV QUARTO D’ORA
La sofferenza non è mai inutile
Dal Diario di suor Josefa Menéndez:
«Tutto questo fu, allora, presente ai miei occhi e al mio cuore. Che fare? Tornare indietro?
Domandare al Padre mio di liberarmi da quell’angoscia? Presentargli l’inutilità del mio sacrificio
per tante anime? No, mi sottoposi nuovamente alla sua santissima volontà e accettai il mio
calice per berlo sino alla fine! L’ho fatto per insegnarvi, anime care, a non indietreggiare di
fronte alla sofferenza. Non crediate che essa sia inutile, mai! Anche se non ne vedete il frutto.
Sottomettete il vostro giudizio e lasciate che si compia in voi la volontà divina. Quanto a me, io
non volli retrocedere ne fuggire. E pur sapendo che là, in quel giardino, i miei nemici stavano
per prendermi, vi restai».
Accogliamo gli inviti che Gesù ci rivolge tramite suor Josefa Menéndez: «Raccogli il sangue che
ho sparso nella mia passione. Chiedi perdono per tutto il mondo per quelle anime che, pur
conoscendomi, mi offendono, e offriti in riparazione di tanti oltraggi».
«Offriamoci come vittime all’eterno Padre. Prostriamoci con profondo rispetto alla sua presenza,
adoriamolo, presentiamogli la nostra sete della sua gloria. Offri e ripara unito alla divina
vittima».
Pausa per la meditazione e la preghiera silenziosa.
Preghiamo con il Salmo 18
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Nell’angoscìa t’invoco: salvami, Signore.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore.
Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
Nell’angoscìa t’invoco: salvami, Signore.
Padre nostro . Ave Maria . Gloria al Padre
Al termine della preghiera:
«Si, tu puoi e devi dormire senza tuttavia lasciarmi solo. Quando le anime non hanno la
possibilità, come desidererebbero, di restare a lungo alla mia presenza, perché sono obbligate
a riposarsi o ad occuparsi di cose che tengono impegnate le loro facoltà, nulla impedisce loro di
fare con me un accordo in cui l’amore s’ingegna e si manifesta, forse ancora di più che
nell’ardore di una devozione libera e tranquilla.
Cosi va’ a riposarti, come devi, ma prima comanda alla tua anima di rendermi il culto del tuo
amore durante la notte. Lascia piena libertà ai più teneri sensi, essi non cessino di rimanere alla
presenza dell’unico oggetto del tuo amore.
Basta un istante per dirmi: “Signore! Vado al riposo, o al lavoro, ma l’anima mia rimane in tua
compagnia. La mia attività riposerà durante questa notte, o si occuperà durante questo lavoro,
ma la mia anima rimarrà sotto il tuo soave dominio e il mio cuore ti conserverà l’amore più
costante e più tenero”. Va’ in pace e il tuo cuore rimanga unito al mio!».
+ (Padre nostro . Ave Maria . Gloria al Padre) +
Nunc dimittis
Cantico dl Simeone (Lc 2,29-32)
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo ” vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.
Gloria al Padre
Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo
riposi nella pace. II Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo.
Amen.
Tratto da: “Pregate, pregate, pregate Editrice Shalom”.

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