NT/ Settembre 29, 2020/ Raccolte, Studi

1, 5-6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL TEMA DELL’EPEKTASIS

Paola Marone

1. Introduzione

Tutto il complesso delle Homiliae in Canticum Canticorum di Gregorio “è costruito sullo schema dell’epektasis” 1 , ma soprattutto a proposito di Cant 1, 5-6 (“Sono nera e bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come le pelli di Salomone. Non guardatemi perché sono stata fatta nera, se il sole mi guardò di traverso…”) l’epektasis è inserita in un contesto di ampio respiro e assume un significato compiuto in una prospettiva soteriologica.

Dunque, con il nostro intervento, si vuole portare l’attenzione specificatamente sulle Homiliae 2 e 4 che sono dedicate appunto all’interpretazione di Cant 1, 5-6 e si vogliono mettere a fuoco le varie argomentazioni con le quali il Nisseno, ormai alla fine della sua vita, attribuì il progresso spirituale dell’anima all’azione salvifica di Dio.

2. La sposa del Cantico come metafora dell’anima

Se in generale Gregorio considerava il Cantico dei Cantici come un testo paradigmatico per accedere alla “conoscenza di Dio” 2 , in particolare riflettendo su Cant 1, 5-6 ebbe modo di mettere in chiaro che le caratteristiche esteriori della sposa si dovevano intendere in modo figurato. 1 C. Moreschini (a cura di), Gregorio di Nissa. Omelie sul Cantico dei Cantici, Roma 1996, Intr. 9.

Sull’Epektasis, ovvero sul processo di avvicinamento dell’anima a Dio, che Gregorio mutuò da Phil 3,12-14, cf. A. Lévy, “Aux confins du créé et de l’incréé: les dimensions de l’épectase chez Grégoire de Nysse”, Revue des Sciences Philosophiques et Théologiques 84 (2000) 247-274; G. Ferro Garel, Gregorio di Nissa.

L’esperienza mistica, il simbolismo, il progresso spirituale, Torino 2004. 2 Cf. Greg. Nyss., Cant II (GNO VI 44). 2 Era evidente per lui che la sposa, che si incontra in quel contest

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