NT/ Ottobre 24, 2020/ Raccolte, Domenica

Vangelo secondo Matteo (22, 34-40) 30 domenica/A : 



 34Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36 «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». 37 Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».   
Nel mondo giudaico esisteva ed esiste ancora oggi una serie minuziosa di prescrizioni, 613 precetti, che fraziona il contenuto della legge-torah. Con l’ Alleanza rinnovata in Cristo-Gesu’ tra Dio e il suo popolo e in Lui con tt gli uomini il Signore la sintetizza a due grandi comandamenti: quello dell’amore verso Dio (Dt 6,5) e quello verso il prossimo (Lv 19,18)preceduti da Dt 6,4 che esprime la Fede nell’unicità di Dio il Dio Unico che con la rivelazione di Gesù si rende visibile nella Sua Persona svelandoci l’unicità, l’unità e la trinità del Dio d’Israele vivo e vero che non è indifferente a quanto avviene nel mondo e in questo periodo tutti pensiamo alla pandemia, ma al contrario tutto segue e a tutto provvede. I “suoi”  sono chiamati per essere eletti, perchè rimane sempre il fatto  di molti sono chiamati e pochi quelli che sanno fare della chiamata un’elezione, i quali  quest’ultimi hanno per dire così un terzo comandamento da vivere e conformarvici ‘amatevi come io vi ho amati’. I suoi chi sono? Tutti i cristiani che provano a vivere il grande comandamento dell’amore di Dio che conduce inseparabilmente all’amore del prossimo e sfocia nel comandamento nuovo “amatevi come io vi ho amati”.
M. Debrel a proposito scrive: “E’ Dio che amiamo, è l’amore di Dio il primo comandamento; ma il secondo gli è simile, cioè soltanto attraverso gli altri possiamo rendere a Dio il suo amore. Il pericolo è che il secondo comandamento divenga il primo. Ma abbiamo una possibilità di controllo, è amare ogni uomo, è amare Cristo, è amare Dio in ogni uomo, senza preferenze, senza categorie, senza eccezioni. Il secondo pericolo è non poterlo fare, e non lo potremo se separiamo la carità dalla fede e dalla speranza. La fede e la speranza, le dona la preghiera. Senza pregare, non potremo amare. (…) Sono la fede e la speranza, dilatate dalla preghiera, che sgombreranno la strada dell’amore dall’ostacolo più ingombrante: pensare a noi stessi. Il terzo pericolo sarà amare non “come Gesù ci ha amati”, ma in modo umano. E forse è il più grande pericolo. (…) Non è il nostro amore che dobbiamo dare: è l’amore di Dio. L’amore di Dio che è una persona divina, il dono che Dio ci fa, ma che resta un dono che per così dire deve attraversarci, trapassarci per andare altrove, per andare negli altri. (…) E’ un  dono… che non deve essere conservato per noi, pena di estinguersi e di non essere più un dono” (M. Delbrel, in: La gioia di credere). 
Gesù ci dice che accanto al comandamento dell’amore di Dio, bisogna mettere quello ugualmente importante dell’amore del prossimo. Il primo possiamo dire è il “motore” del secondo, il secondo però è la verifica del primo. Insieme riassumono tutta la volontà di Dio. La conclusione è che tutta la Torà e i Profeti sono, come scrive Alberto Mello(cf, Evangelo secondo Matteo, qiqajon,pag. 392) “appesi” a questi 2 precetti, come una porta sta sospesa a due cardini, uno più alto, potrei dire il primo e grande comandamento e uno più basso il secondo che è simile al primo. Ma la porta non gira su un cardine solo! 
Questo comandamento di amore (il primo e il secondo) che Tu hai riunito e chiamato comandamento nuovo come scrive A.G.Moreno: questo comandamento nuovo, non viene imposto dall’esterno, scritto su tavole di pietra, ma inciso nel cuore degli uomini (2 Cor 3,3). La tua legge non è un fardello insopportabile come quella di Mosè, ma un giogo dolce e leggero da portare. E certamente i tuoi precetti non sono catene, ma ali per volare molto lontano (…) Sant’ Agostino ha ragione nel dire:” ama e fai quello che vuoi” mentre Giacomo parla della legge perfetta della libertà (Gc 1,25). In definitiva, tu ci hai detto che la verità ci renderà liberi. La tua verità, quella che ci rivela la grandezza del tuo amore, al punto che è impossibile conoscerti e non amarti (…) Ma se ti si ama, è indispensabile amare gli altri. E amarli come tu li hai amati, sino alla fine, fino ad offrire la tua vita. Senza ciò noi mentiremmo, perché è impossibile amare Dio che noi non vediamo e non amare il fratello che vediamo. Sono le parole di Giovanni, il discepolo prediletto, che sapeva tante cose sull’amore di Cristo. Con un’audacia incredibile, e per due volte, ci dice che “Dio è amore” (cf, 1 Gv 4, 8-16). Cosa si può dire di più? (cf, A.G.Moreno, Teologia del Vangelo di Giovanni vol.1). 
Concludiamo con San Paolo: l’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge(torà) è l’amore (Rm 13, 10).

nT
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