Le parole e gli atteggiamenti di Gesù, specie quando sono intonati all’umiltà, alla mitezza e alla misericordia se, non apriamo il cuore per comprenderli, imitarli e quindi viverli, possono sembrarci paradossali, quasi incomprensibili, perché i nostri egoismi e la nostra superbia c’impediscono di capirli e di emularli; quando invece li facciamo nostri, li sperimentiamo come incorporandoli in noi sempre grazie a Lui, allora può succedere a volte che ci colpiscono e coinvolgono, ci emozionano fino anche a commuoverci, soprattutto quando ci
Dio ha dato all’uomo la libertà. <!-more-> Gli ha però mostrato la via della felicità che è nell’aderire a lui. Ma l’uomo vuole emanciparsi e si allontana da Dio. Ed ecco che il potere, la ricchezza, il piacere, lo possono avvolgere, quando ricercati per sé-stessi, nelle loro false luci fino a renderlo schiavo delle sue passioni. Allora nel cuore non resta che il rimpianto di una libertà perduta. Lontano da Dio l’uomo infatti perde la sua vera fisionomia che è la
Breve introduzione e commento alle letture e al Vangelo della domenica. Piccola meditazione-riflessione sulla tematica principale affiorata dalla Scrittura; con passi di testi scelti da vari autori, di varie opere e differenti epoche. «Ama dunque il Signore, Iddio tuo, e osserva ogni giorno ciò che egli ha detto di osservare, le sue leggi, le sue prescrizioni e i suoi comandamenti» (Deut 11,1). LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura (Sir 35,15b-17.20-22) È falso il culto che pretende di cattivarsi la benevolenza del Signore