«Tutti siamo ciechi, se il Cristo non ci illumina. <!-more-> Forse crediamo di sapere tante cose, di conoscere il mondo, la vita, l’amore e siamo ciechi; e non ce ne accorgiamo, che è la peggiore disgrazia di un povero cieco. La nostra anima vede veramente quando guarda con gli occhi di Dio, cioè con fede» (cit. P. Liggeri). LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Il Signore rigetta Saul perché non sa dare a Dio lo sguardo semplice dell’obbedienza ed elegge David perché
Colmato della forza dello Spirito Santo che lo unge Messia a liberazione di tutti gli uomini, Gesù realizza le profezie deutero-isaiane relative al «Servo di Jahvé» compiendole e superandole. <!-more-> Nell’evento decisivo del suo battesimo, ci richiama i valori della conversione e della purificazione radicale, preannunciati già dal Precursore nel battesimo penitenziale e ci rende disponibili all’accoglimento umile ed amoroso della sua manifestazione epifanica come Figlio di Dio integrato nella comunione del Dio Uno e Trino. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura
L’incarnazione distingue il Cristianesimo da tutte le altre religioni, che sono tutte più o meno alla ricerca di Dio. <!-more-> Nella religione cristiana, invece, è Dio che cerca l’uomo, che si rivela all’uomo, è Lui che fa il passo più lungo per così dire, fino al punto che nell’incarnazione, pur restando Dio, si veste della forma e natura umana assumendola in un’unità inscindibile, pertanto nel Volto del Cristo, in ogni suo simile, creato a «immagine e somiglianza» di Lui, l’uomo dovrebbe
Dio «irrompe» nella storia umana per l’instaurazione di un nuovo Regno fondato sulla giustizia e misericordia, di una novità di vita spirituale che in Cristo trova il suo principio e la sua norma. Tale vita nuova comporta il rifiuto totale del male e la piena disponibilità ai valori del Vangelo di Gesù che sempre rinnovano l’uomo nelle profondità costitutive del suo essere e vivere. <!-more-> LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura (Is 9, 1-6) Al popolo immerso nelle tenebre del dolore per
Il cristiano nella ricerca e nell’uso dei beni terreni, e nell’esplicazione di tutte le attività temporali, non deve perdere di vista i beni del cielo; ma illuminato e sorretto da un istinto superiore, deve puntare a quella sintesi vitale che finalizza tutto a Cristo, Salvatore e unificatore del mondo. In altre parole il cristiano deve, come Cristo «ricreare, completare e purificare il mondo» (T.de Chardin) per avviarlo a quella unificazione superiore nella quale, come dice l’Apostolo, «Dio sarà tutto in tutti»
Cristo, venendo al mondo, ha riconciliato l’umanità con Dio e gli uomini fra di loro; poi, a continuazione della sua opera fondò la Chiesa, perché fosse nel mondo un fermento di pace, di solidarietà, di unità. Infine Cristo, la cui vita, dalla culla alla tomba, è stata sempre insidiata, oppressa ed emarginata morì come un malfattore tra malfattori sulla croce, per salvare tutti, anche i suoi uccisori, e tutti riconciliare, oppressori ed oppressi, martiri e carnefici e far sì che mai
PREGHIERA PER CHIEDERE LA LUCE O LUCE SOSTANZIALE! O amore puro, sincero e perfetto! O luce sostanziale! Illuminami perché io riconosca la tua luce e percepisca il tuo amore, donami il tuo amore affinché io veda le tue viscere paterne. Dio mio, donami un cuore puro per amarti, e occhi per vederti. Donami orecchie per udire la tua voce, e labbra per parlare di te. Donami il gusto per apprezzarti, l’odorato per sentire il tuo profumo. Donami i piedi per seguirti.
Simeone disse:“Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. San Simeone: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele». «Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace: Quia viderunt oculi mei salutare tuum Quod parasti ante faciem omnium populorum Lumen ad