Grandiosa novità: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1). <!-more-> Annuncio di gioia e di amore per Israele che ha fatto l’esperienza dell’esilio, della solitudine e della sconfitta: le tenebre della rovina e dello sgomento cederanno il posto alla «luce» e alla «gioia». L’annunzio profetico superando la prospettiva storica abbraccia un vasto orizzonte: oggi sta in mezzo a noi la luce inestinguibile: Cristo-Gesù divenuto per noi sacramento d’amore, luogo di incontro con Dio e con i
Colmato della forza dello Spirito Santo che lo unge Messia a liberazione di tutti gli uomini, Gesù realizza le profezie deutero-isaiane relative al «Servo di Jahvé» compiendole e superandole. <!-more-> Nell’evento decisivo del suo battesimo, ci richiama i valori della conversione e della purificazione radicale, preannunciati già dal Precursore nel battesimo penitenziale e ci rende disponibili all’accoglimento umile ed amoroso della sua manifestazione epifanica come Figlio di Dio integrato nella comunione del Dio Uno e Trino. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura
Il cristiano nella ricerca e nell’uso dei beni terreni, e nell’esplicazione di tutte le attività temporali, non deve perdere di vista i beni del cielo; ma illuminato e sorretto da un istinto superiore, deve puntare a quella sintesi vitale che finalizza tutto a Cristo, Salvatore e unificatore del mondo. In altre parole il cristiano deve, come Cristo «ricreare, completare e purificare il mondo» (T.de Chardin) per avviarlo a quella unificazione superiore nella quale, come dice l’Apostolo, «Dio sarà tutto in tutti»
Il cristiano che atteggiamento deve avere verso gli emarginati della nostra società e i malfattori? Cristo accetta di parlare con la samaritana e con l’adultera, si lascia avvicinare dalla Maddalena, entra nelle case di pubblici peccatori. Egli non si dà riposo finché i «rifiutati» dalla società non divengano «giusti». Ha fiducia nell’uomo, nonostante la sua miseria. E il suo «Amore» è capace di convertire, di conquistare il mondo. Dio infatti non mandò “il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma