L’assunzione dà il compimento all’arco dei privilegi coi quali Dio ha voluto collocare Maria al centro della storia della salvezza. Eva peccando ci ha recluso la vita di grazia. Maria col suo «si» ce l’ha ridonata.
LITURGIA DELLA PAROLA
LITURGIA VESPERTINA DELLA VIGILIA
Prima Lettura
La vera arca dell’alleanza è il Corpo mistico di Cristo (la Chiesa), la quale è e compie ora in mezzo al mondo ciò che faceva l’arca in mezzo ad Israele: è il luogo scelto per la presenza del Dio dell’alleanza; è lo strumento della potenza di Dio e il luogo dove Dio parla e fa conoscere la sua volontà e soprattutto dove Dio e il suo popolo, s’incontrano. Essendo Maria, simbolo e Madre della Chiesa, il tabernacolo del Dio Vivente, questo brano della Sacra Scrittura è mirabilmente applicato a Lei, perché si adatta a celebrare la sua gloriosa Assunzione alla Gerusalemme celeste.
Dal primo libro delle Cronache (1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2)
In quei giorni Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i leviti.
I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei leviti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 131 (132)
R. Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. R.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato. R.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto». R.
Seconda Lettura
Ciò che decanta paolo è quanto vediamo realizzato in Maria, l’unica tra i figli di Adamo, che rivestita di incorruttibilità e immortalità va a regnare con Cristo nei Cieli. Anche in noi, Cristo vuole vincere e trionfare sulla morte, mediante «l’esercizio» della carità. Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 15,54b-57)
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge.
Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!

Jacopo Torriti, Incoronazione della Vergine, particolare dell’abside, 1295, basilica di Santa Maria Mggiore, Roma
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano. (Lc 11,28)
Alleluia.
VANGELO
Gesù stesso manifesta la vera grandezza di Maria. Se infatti Egli s’incarnò in lei, fu perché ella accolse, e gelosamente custodì, «la Parola di Dio» trasmessale dall’Angelo. È necessario quindi metterci come Maria, in atteggiamento di ascolto, con la fede, l’umiltà e l’abbandono stesso della Madre di Dio. Il Signore, infatti ha sempre qualche «parola» da suggerirci anche attraverso i suoi messaggeri che possono essere persone o avvenimenti o altre realtà! Per questo siamo chiamati primariamente ad ascoltare e custodire «il Verbo del Dio Vivente»: Accogliendolo, potremo diventare anche noi “beati” come Maria.

Madonna col Bambino del Ferruzzi. Vedi: https://www.pietrangolare.it/laboratorio/madonna-col-bambino-del-ferruzzi/
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA
Benedizioni per chi ascolta la parola e la mette in pratica. Maria è benedetta per la sua fede
Allorché il Signore, attraverso i segni e i prodigi che compiva, andava rivelando ciò che nascondeva nella carne fino a riempire tutti di stupore e di ammirazione, qualcuno in mezzo alla folla, particolarmente preso dall’entusiasmo, esclamò: Beato il seno che ti ha portato. E lui: Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono. Come a dire: «Anche mia madre, che tu chiami beata, è beata appunto perché custodisce la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi (Gv 1, 14); ma perché custodisce il Verbo stesso di Dio per mezzo del quale è stata fatta, e che in lei si è fatto carne. Non si limitino gli uomini al godimento della prole temporale; godano piuttosto di congiungersi spiritualmente con Dio.·
(S.Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 10, 3)
Sono benedetti coloro che seguono Gesù
Beato il grembo che ti ha portato. Egli ha preso la benedizione da colei che lo aveva portato e l’ha donata a coloro che lo veneravano. La benedizione è stata ed è con Maria, ma sarà anche per l’eternità con coloro che lo hanno venerato: Benedetti sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
(S.Efrem il Siro, Commento al Diatessaron 11, 10)
LITURGIA DEL GIORNO
Sulla scia trionfale di Maria la nostra fede diventa certezza: anche noi, se ci sforzeremo di «vivere in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni», con questo nostro corpo siederemo alla mensa dei cieli, divenuti con Cristo vincitori della morte.
Prima Lettura
Maria è gloriosa nei Cieli «ammantata di sole, coronata di dodici stelle», ma solo perché ha conosciuto «le doglie del parto» ai piedi della croce e perciò è anche nostra tenerissima Madre, come da Cristo stesso venne proclamata dall’alto della Croce (cf. Lc 19, 26-27). Con cuore generoso e forte come il suo, nelle prove e travagli di questa vita, partecipiamo anche noi alla passione del Cristo, per essere con Maria e come Maria partecipi della gloria del Regno!
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab)
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 44 (45)
R. Risplende la regina, Signore, alla tua destra.Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. R.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. R.
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R.
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re. R.
Seconda Lettura
Maria «seconda» dopo Cristo, in Cielo in anima e corpo è la prima a godere in pienezza dei frutti della redenzione. Ravviviamo la nostra fede, come professiamo nel Credo, operando cioè la nostra santificazione in questo mondo, per unirci un giorno alla gloria di Gesù e della Vergine.
(Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 15,20–27a)
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alelluia, alleluia.
Maria è assunta in cielo; esultano le schiere degli angeli.
VANGELO
«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente!»: il canto di Maria è il canto di vittoria per eccellenza. Vittoria ottenuta con la grazia di Dio, che in Lei agisce meravigliosamente, perché umile e perciò pienamente disponibile a Dio. Noi pellegrini in viaggio verso la Patria Celeste, lasciamoci raggiungere da simili sentimenti per così cantare con l’Assunta, con la vita e con le opere.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore.
ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA
LITANIE LAURETANE
Signore, pietà. Signore pietà
Cristo, pietà. Cristo pietà
Signore, pietà. Signore pietà
Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio, Abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio, Abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio, Abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, Abbi pietà di noi.
Santa Maria, prega per noi.
Santa Madre di Dio, prega per noi.
Santa Vergine delle vergini, prega per noi.
Madre di Cristo, prega per noi.
Madre della Chiesa, prega per noi.
Madre della Misericordia, prega per noi.
Madre della divina grazia, prega per noi.
Madre della Speranza, prega per noi.
Madre purissima, prega per noi.
Madre castissima, prega per noi.
Madre sempre vergine, prega per noi.
Madre immacolata, prega per noi.
Madre degna d’amore, prega per noi.
Madre ammirabile, prega per noi.
Madre del buon consiglio, prega per noi.
Madre del Creatore, prega per noi.
Madre del Salvatore, prega per noi.
Madre di misericordia, prega per noi.
Vergine prudentissima, prega per noi.
Vergine degna di onore, prega per noi.
Vergine degna di lode, prega per noi.
Vergine potente, prega per noi.
Vergine clemente, prega per noi.
Vergine fedele, prega per noi.
Specchio della santità divina, prega per noi.
Sede della Sapienza, prega per noi
Causa della nostra letizia, prega per noi.
Tempio dello Spirito Santo, prega per noi.
Tabernacolo dell’eterna gloria, prega per noi.
Dimora tutta consacrata a Dio, prega per noi.
Rosa mistica, prega per noi.
Torre di Davide, prega per noi.
Torre d’avorio, prega per noi.
Casa d’oro, prega per noi.
Arca dell’alleanza, prega per noi.
Porta del cielo, prega per noi.
Stella del mattino, prega per noi.
Salute degli infermi, prega per noi.
Rifugio dei peccatori, prega per noi.
Soccorso dei migranti, prega per noi.
Consolatrice degli afflitti, prega per noi.
Aiuto dei cristiani, prega per noi.
Regina degli Angeli, prega per noi.
Regina dei Patriarchi, prega per noi.
Regina dei Profeti, prega per noi.
Regina degli Apostoli, prega per noi.
Regina dei Martiri, prega per noi.
Regina dei veri cristiani, prega per noi.
Regina delle Vergini, prega per noi.
Regina di tutti i Santi, prega per noi.
Regina concepita senza peccato originale, prega per noi.
Regina assunta in cielo, prega per noi.
Regina del santo Rosario, prega per noi.
Regina della famiglia, prega per noi.
Regina della pace, prega per noi.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.
Prega per noi, Santa Madre di Dio.
E saremo degni delle promesse di Cristo.
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Cooperazione alla redenzione
61. La beata Vergine, predestinata fino dall’eternità, all’interno del disegno d’incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l’alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia.
Funzione salvifíca subordinata
62. E questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna [186]. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, Mediatrice [187]. Ciò però va inteso in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore [188].
Nessuna creatura infatti può mai essere paragonata col Verbo incarnato e redentore. Ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato, tanto dai sacri ministri, quanto dal popolo fedele, e come l’unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così anche l’unica mediazione del Redentore non esclude, bensì suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica fonte. La Chiesa non dubita di riconoscere questa funzione subordinata a Maria, non cessa di farne l’esperienza e di raccomandarla al cuore dei fedeli, perché, sostenuti da questa materna protezione, aderiscano più intimamente al Mediatore e Salvatore.
Maria vergine e madre, modello della Chiesa
63. La beata Vergine, per il dono e l’ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio redentore e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant’Ambrogio, nell’ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo [189]. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata vergine Maria occupa il primo posto, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre [190]. Ciò perché per la sua fede ed obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo, come una nuova Eva credendo non all’antico serpente, ma, senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (cfr. Rm 8,29), cioè tra i credenti, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre.
La Chiesa vergine e madre
64. Orbene, la Chiesa contemplando la santità misteriosa della Vergine, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo sposo; imitando la madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità [191].
La Chiesa deve imitare la virtù di Maria
65. Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine quella perfezione, che la rende senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5,27), i fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti. La Chiesa, raccogliendosi con pietà nel pensiero di Maria, che contempla alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nel supremo mistero dell’incarnazione e si va ognor più conformando col suo sposo. Maria infatti, la quale, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per cosi dire e riverbera le esigenze supreme della fede, quando è fatta oggetto della predicazione e della venerazione chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre. A sua volta la Chiesa, mentre ricerca la gloria di Cristo, diventa più simile al suo grande modello, progredendo continuamente nella fede, speranza e carità e in ogni cosa cercando e compiendo la divina volontà. Onde anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che generò il Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell’amore materno da cui devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini.
IV. Il culto della beata Vergine nella Chiesa
Natura e fondamento del culto
66. Maria, perché madre santissima di Dio presente ai misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, al di sotto del Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale. E di fatto, già fino dai tempi più antichi, la beata Vergine è venerata col titolo di « madre di Dio » e i fedeli si rifugiano sotto la sua protezione, implorandola in tutti i loro pericoli e le loro necessità [192]. Soprattutto a partire dal Concilio di Efeso il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione, secondo le sue stesse parole profetiche: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatto l’Onnipotente» (Lc 1,48). Questo culto, quale sempre è esistito nella Chiesa sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione reso al Verbo incarnato cosi come al Padre e allo Spirito Santo, ed è eminentemente adatto a promuoverlo. Infatti le varie forme di devozione verso la madre di Dio, che la Chiesa ha approvato, mantenendole entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa e rispettando le circostanze di tempo e di luogo, il temperamento e il genio proprio dei fedeli, fanno si che, mentre è onorata la madre, il Figlio, al quale sono volte tutte le cose (cfr Col 1,15-16) e nel quale «piacque all’eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza » (Col 1,19), sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti.
67. Il santo Concilio formalmente insegna questa dottrina cattolica. Allo stesso tempo esorta tutti i figli della Chiesa a promuovere generosamente il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, ad avere in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa; raccomanda di osservare religiosamente quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei Santi [193]. Esorta inoltre caldamente i teologi e i predicatori della parola divina ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure da una eccessiva grettezza di spirito, nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio [194]. Con lo studio della sacra Scrittura, dei santi Padri, dei dottori e delle liturgie della Chiesa, condotto sotto la guida del magistero, illustrino rettamente gli uffici e i privilegi della beata Vergine, i quali sempre sono orientati verso il Cristo, origine della verità totale, della santità e della pietà. Sia nelle parole che nei fatti evitino diligentemente ogni cosa che possa indurre in errore i fratelli separati o qualunque altra persona, circa la vera dottrina della Chiesa. I fedeli a loro volta si ricordino che la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la madre nostra e all’imitazione delle sue virtù.
V. Maria, segno di certa speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio
Maria, segno del popolo di Dio
68. La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cfr. 2 Pt 3,10).
(C.V. II, Lumen Gentium, n° 62-68)
[186] Cf. KLEUTGEN, testo riformato De mysterio Verbi incarnati, cap. IV: MANSI 53, 290. Cf. S. ANDREA DI CRETA, In nat. Mariae, sermo 4: PG 97, 865A. S. GERMANO DI COSTANTINOP., In annunt. Deiparae: PG 98, 321BC. In dorm. Deiparae, III: 361D. S. GIOV. DAMASCENO, In dorm. B. V. Mariae, Hom. I, 8: PG 96, 712BC-713A.
[187] Cf. LEONE XIII, Encicl. Adiutricem populi, 5 sett. 1895: ASS 28 (1895-96), p. 129. S. PIO X, Encicl. Ad diem illum, 2 febbr. 1904: Acta I, p. 154; Dz 1978a (3370) [Collantes 5.032-33]. PIO XI, Encicl. Miserentissimus, 8 maggio 1928: AAS 20 (1928), p. 178. PIO XII, Messaggio Radiof., 13 maggio 1946: AAS 38 (1946), p. 266.
[188] Cf. S. AMBROGIO, Epist. 63: PL 16, 1218.
[189] Cf. S. AMBROGIO, Expos. Lc. II, 7: PL 15, 1555.
[190] Cf. Ps. PIER DAM., Serm. 63: PL 144, 861AB. GOFFREDO DI S. VITTORE, In nat. B. M., Ms. Parigi, Mazarine, 1002, fol. 109r. GEROBO DI REICH., De gloria et honore Filii hominis, 10: PL 194, 1105AB.
[191] Cf. S. AMBROGIO, Expos. Lc. II, 7 e X, 24-25: PL 15, 1555 e 1810. S. AGOSTINO, In Io., Tr. 13, 12: PL 35, 1499. Cf. Serm. 191, 2, 3: PL 38, 1010; ecc. Cf. anche VEN. BEDA, In Lc. Expos. I, cap. 2: PL 92, 330. ISACCO DELLA STELLA, Serm. 51: PL 194, 1863A
[192] Cf. Breviario Romano, ant. “Sub tuum praesidium” ai I Vespri del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria [nella Liturgia delle Ore, antifona mariana di Compieta].
[193] Cf. CONCILIO DI NICEA II, anno 787: MANSI 13, 378-279; Dz 302 (600-01) [Collantes 7.336-37]; CONC. DI TRENTO, Sess. 25: MANSI 33, 171-172 [Dz 1821-25; Collantes 7.343-47].
[194] Cf. PIO XII, Messaggio radiof., 24 ott. 1954: AAS 46 (1954), p. 679; Encicl. Ad caeli Reginam, 11 ott. 1954: AAS 46 (1954), p. 637.
103. Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore la beata Maria, madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa desidera e spera di essere nella sua interezza.
(C.V. II, Sacrosanctum-Concilium, Sacra liturgia, n° 103)
Giuditta 13: 18b«Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. 19 Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini, che ricorderanno sempre la potenza di Dio. 20 Dio faccia riuscire questa impresa a tua perenne esaltazione, ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai esposto la vita di fronte all’umiliazione della nostra stirpe, e hai sollevato il nostro abbattimento, comportandoti rettamente davanti al nostro Dio». E tutto il popolo esclamò: «Amen! Amen!».
La presenza dello Spirito Santo in Giovanni, Elisabetta e Maria.
Non c’è dubbio che Elisabetta, che allora fu piena di Spirito Santo, lo fu a causa del figlio. La madre non ebbe prima lo Spirito Santo, ma quando Giovanni, ancora chiuso nel suo grembo, ricevette lo Spirito Santo, allora anche lei, dopo che suo figlio fu santificato, fu riempita dallo Spirito Santo. Sarai in grado di crederlo se impari qualcosa di simile riguardo al Salvatore. Da alcuni manoscritti risulta che si dice che la beata Maria abbia profetizzato; non ignoriamo che, come abbiamo trovato in molti manoscritti, Elisabetta pronunci queste parole profetizzando. Anche Maria era piena di Spirito Santo quando cominciò a portare nel suo grembo il Salvatore. Non appena ricevette lo Spirito Santo, che era il creatore del corpo del Signore, e il Figlio di Dio cominciò ad essere nel suo grembo, anch’ella fu piena di Spirito Santo.
(Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 7, 3)
Benedetto il frutto di quel seno, grazie al quale abbiamo riacquistato il seme della incorruttibilità e dell’eredità celeste, che avevamo perso in Adamo […] La meraviglia di Elisabetta al saluto di Maria e la sua umiltà: Come mai mi è concesso che la madre del mio Signore venga da me? Quanta umiltà nell’anima della profetessa, quanto vere furono le parole del Signore: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile tranquillo e teme le mie parole? (Is 66, 2). Appena la vide, riconobbe che era la madre del Signore colei che era venuta presso di lei, ma non riconoscendo in sé alcun merito per essere degna di ricevere la visita di una ospite tanto importante, come mai, disse, mi è concesso che la madre del mio Signore venga da me?, perché lo stesso Spirito che le aveva dato il dono della profezia le aveva parimenti concesso il dono dell’umiltà. Piena di spirito profetico, comprese che era venuta da lei la madre del Salvatore, ma ben avveduta per spirito di umiltà, ritenne di non essere degna di quella venuta. .
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)
Cristo è il frutto dei fedeli.
Vedi bene che Maria non aveva dubitato, bensì creduto, e perciò aveva conseguito il frutto della sua fede. Beata tu che hai creduto. Ma beati anche voi, che avete udito e avete creduto: infatti, ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio, e ne comprende le operazioni. Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio, purché, serbandosi senza macchia e libera dal peccato, custodisca con intemerato pudore la castità.
(S.Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 26)
L’inno di lode di Maria: Il Magnificat
La salvezza comincia con le donne
Elisabetta profetizza prima di Giovanni; prima della nascita del Signore e Salvatore, Maria profetizza. E come il peccato cominciò da una donna e poi si estese all’uomo, così la salvezza ebbe il suo primo inizio da donne, perché le altre potessero mettere da parte la debolezza del loro sesso e imitare il più possibile la vita e la condotta di queste sante donne che ora il Vangelo descrive.
(Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 1)
Maria predica il nuovo regno
Maria rivelò a Elisabetta quello che l’angelo le aveva detto in segreto e che l’aveva chiamata benedetta perché aveva creduto nella realizzazione della profezia e nell’insegnamento che aveva udito. Allora Maria dolcemente espresse il frutto di quello che aveva udito dall’angelo e da Elisabetta: La mia anima benedice il Signore. Elisabetta aveva detto: Benedetta -colei che ha creduto; e Maria aveva risposto: D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Fu allora che Maria cominciò a predicare il nuovo regno. Tornò a casa dopo tre mesi, così che il Signore che stava portando non cominciasse il servizio prima del suo servo. Tornò da suo marito per chiarire la situazione, perché, se fosse stata incinta per opera di un uomo, sarebbe stato appropriato per lei fuggire, piuttosto, da suo marito.
(S.Efrem il Siro, Commento al Diatessaron 1, 28)
Il Signore è magnificato nella nostra immagine di lui
Consideriamo la profezia della Vergine. Dice: I’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore; due soggetti, anima e spirito, compiono una doppia lode. L’anima onora il Signore, lo spirito Dio, non perché la lode del Signore differisca dalla lode di Dio, ma perché colui che e Dio è anche Signore e colui che è Signore è anche Dio.
Ci chiediamo come un’anima possa magnificare il Signore. Se infatti il Signore non può avere né perdita né accrescimento ed è quello che è, in che modo ora Maria può dire: I’anima mia magnifica il Signore? […] La mia anima non è direttamente immagine di Dio, ma è stata creata come immagine di un’Immagine che già esisteva […] Ciascuno di noi dà forma alla sua anima a immagine di Cristo e la rende un’immagine più o meno grande di lui, squallida e sporca o pulita e luminosa, e corrisponde alla forma dell’originale. Poi, quando io rendo l’immagine dell’Immagine, cioè la mia anima, grande e la magnifico con l’opera, il pensiero e la parola, allora il Signore stesso è magnificato nella nostra immagine di lui, così come, se siamo peccatori, diminuisce e decresce.
Ma certo il Signore non è diminuito e non decresce, ma noi rivestiamo altre immagini in noi invece di quella del Salvatore. Invece di essere l’immagine del Verbo o della sapienza, giustizia e delle altre virtù, assumiamo la forma del diavolo.
(Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 1-3)
Maria proclama la sua umiltà e la santità di Dio
Dimostra di essere stata, a suo giudizio, umile ancella di Cristo, ma quanto alla grazia celeste afferma di essere stata d’improvviso innalzata e glorificata, al punto che la sua singolare beatitudine è a ragione esaltata dalla voce di tutte le generazioni. Aggiunge anche i doni della pietà divina che ha ricevuto in modo meraviglioso, lodandoli con degno rendimento di grazie […] Non attribuisce niente ai suoi meriti, ma riporta tutta la sua grandezza al dono di colui che, potente e grande per natura, rende i suoi fedeli, da piccoli e deboli, grandi e forti. Giustamente aggiunge: e santo è il suo nome per ammonire gli ascoltatori, anzi per istruire tutti coloro ai quali sarebbero giunte le sue parole, ad accorrere alla fede e all’invocazione del suo nome, per poter essere partecipi della santità eterna e della vera salvezza, secondo le parole del profeta: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo (Gl 3, 5; Rm 10, 13): è lo stesso nome di cui dice sopra: e il mio spirito gioisce in Dio mio Salvatore.
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)
Dio ha fatto grandi cose per gli umili
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Se prendo tutte le generazioni alla lettera, lo applico ai credenti. Ma se cerco qualcosa di più profondo, noterò quanto giova unire a queste le parole: Perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente: poiché chi si umilia sarà esaltato, Dio ha guardato all’umiltà della beata Maria e per questo l’Onnipotente ha fatto grandi cose in lei e santo è il suo nome.
(Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 6)
L’azione potente della misericordia di Dio – Misericordia per tutti i credenti che temono Dio
La sua misericordia di generazione in generazione. La misericordia di Dio non è per una sola generazione, non per due o per tre, e neppure per cinque, ma si estende in eterno. Per coloro che lo temono ha mostrato la potenza del suo braccio. Puoi avvicinarti al Signore anche se debole, se lo temi potrai sentire la promessa che il Signore ti fa per il timore che hai di lui […] Così, se temi il Signore, egli ti dà il coraggio o l’autorità, ti dà il regno perché tu possa essere sottomesso al re dei re e possedere il regno dei cieli in Cristo Gesù, a cui sia potenza e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
(Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 6-7)
La misericordia di Dio non discrimina le persone
Con generazione indica l’uno e l’altro popolo, i giudei e i pagani, ovvero i popoli di tutto il mondo, che prevedeva avrebbero creduto in Cristo, perché, come dice Pietro, Dio non ha preferenze di persone, ma gli è accetto colui che lo teme e osserva la giustizia, di qualunque nazione egli sia (At 10, 34-35).
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)
La potenza di Dio distrugge l’ orgoglio umano
Disperse dunque i superbi nel pensiero del loro cuore perché il principio di ogni peccato è la superbia (Sir 10, 13), per cui il Signore scacciò il genere umano dalla stabile dimora della patria celeste e lo disperse in lungo e in largo nella peregrinazione di questo esilio; ma ha riservato di punire in futuro con più grave dispersione quanti si ostinano a perdurare nel peccato.
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)
Maria prevede l’orgoglio degli scribi e dei farisei
Il braccio allegoricamente significa il Verbo che è nato da lei. Con l’orgoglio Maria indica i demoni malvagi che caddero per l’orgoglio insieme al loro principe; i saggi greci che rifiutarono di accogliere la follia, come sembrava loro, di quello che era predicato; e i Giudei che non avrebbero creduto e furono dispersi per le loro indegne invenzioni sul Verbo di Dio. Con la potenza ella indica gli scribi e i farisei che cercarono i posti d’onore. È più vicino al senso, comunque, riferirlo ai demoni malvagi. Quando apertamente reclamavano la signoria sul mondo, il Verbo con la sua venuta li ha dispersi e ha trasferito sotto il suo dominio coloro che quelli avevano fatto prigionieri.
[S.Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 477)]
I potenti del Signore sono gli umili
Chiama potenti quelli che prima ha detto superbi. Sono chiamati superbi perché si inorgogliscono oltre misura della loro condizione, sono chiamati potenti non perché siano veramente potenti, maperché, confidando nelle loro forze, fanno a meno di chiedere I’ aiuto del loro Creatore. Sono invece veramente potenti quelli che hanno imparato a dire con I’apostolo: Possiamo tutto in colui che ci dà forza, Gesù Cristo (Fil 4, 13 ), e di loro è scritto: Dio non respinge i potenti perché egli stesso è potente (Gb 36, 5). ‘Perciò ha rovesciato i potenti dai loro troni e ha esaltato gli umili, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14, 11). Ma possiamo intendere anche che quelli che per la loro superbia sono stati abbattuti dal Signore, talvolta, per la sua misericordia, possono tornare nuovamente alla grazia dell’umiltà e così, in virtù di una devota umiltà, innalzarsi alla gloria.
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)
I ricchi e gli affamati- il pubblicano e il fariseo
Chi sono gli affamati? Gli umili, i bisognosi. Chi sono i ricchi? I superbi e i vanagloriosi. Non vi mando lontano: mi limito a indicarvi, in uno stesso tempio, un uomo ricco, di quelli che si rimandano a mani vuote, e un uomo povero, di quelli che sono ricolmati di beni. Due uomini salirono al tempio a pregare, uno era fariseo e l’altro pubblicano (Lc 18, 10). Il fariseo diceva (…) Che diceva? Osserva il ricco che mette fuori quanto non ha digerito, che smaltisce la sbornia, ma di superbia, non di giustizia: O Dio, dice, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini ladri, ingiusti, adulteri, come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana, pago le decime di tutto ciò che possiedo (Lc 18, 11-12). Fatti avanti, fatti avanti, o povero, o pubblicano affamato: anzi, resta là, dove sei. Infatti, il pubblicano si teneva a distanza (Lc 18, 13 ). Ma il Signore si avvicina all’umile. Né osava alzare gli occhi al cielo. Dove non alzava gli occhi, là aveva il cuore.
(S.Agostino, Discorsi 290, VI, 6)
Misericordia e aiuto per Israele ”uomo che vede Dio”
Israele significa “uomo che vede Dio”. Con questo nome vengono indicati tutti coloro che sono stati redenti, per i quali, perché potessero vedere Dio, Dio stesso apparve tra gli uomini come uomo visibile. Ha accolto Israele come il medico accoglie il malato da curare, come il re accoglie il popolo da difendere dall’incursione dei nemici, per renderlo poi libero, dopo aver vinto il nemico, e concedergli di regnare con lui in eterno. E bene ha aggiunto “suo servo”, a significare l’umiltà e l’obbedienza, perché solo attraverso queste virtù si può raggiungere la redenzione.
(S.Beda, Omelie sul Vangelo l, 4)
La discendenza eterna di Abramo
Dio adempie la sua promessa a Israele e ad Abramo. Egli si è preso cura di Israele, non dell’Israele secondo la carne, che si vanta di un vuoto nome, ma di quello che è tale secondo lo Spirito, in accordo con il vero significato del nome. Quest’ultimo comprende coloro che guardano a Dio, credono in lui e ottengono tramite il Figlio l’adozione a figli, secondo la parola che fu pronunciata e la promessa fatta ai profeti e ai patriarchi del passato. Ha avuto, comunque, anche una vera applicazione all’Israele secondo la carne, perché diecimila e anche più migliaia di loro credettero. Ma ha ricordato la sua misericordia come aveva promesso ad Abramo e ha compiuto quello che gli aveva detto, che nella sua discendenza sarebbero state benedette tutte le tribù della terra.
[Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 480-481)]
La Chiesa è la discendenza eterna di Abramo
Chiama stirpe di Abramo non solo quegli eletti che sono stati generati corporalmente dalla stirpe di Abramo ma anche noi che, venuti a Cristo dalle genti pagane, dalla comunanza di fede siamo uniti a quei padri dai quali siamo tanto lontani per l’origine della stirpe carnale.
Anche noi infatti siamo seme e figli di Abramo quando rinasciamo per il sacrificio del nostro Redentore, che assunse la carne della stirpe di Abramo. Siamo figli di Abramo quando col massimo impegno cerchiamo di vedere colui il cui giorno Abramo esultò di poter vedere, lo vide e ne gioì (cf. Gv 8, 56). Per questo dice l’apostolo: Se voi siete di Cristo, siete progenie di Abramo, eredi secondo la promessa (Gal 3, 49). Conclude bene aggiungendo nei secoli, perché l’eredità celeste, che qui viene promessa, sarà senza fine: fino alla fine di questo mondo non mancheranno quelli che, credendo in Cristo, diventeranno seme di Abramo, e la gloria della futura beatitudine sarà in eterno per tale seme.
(S.Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4)