Dio «irrompe» nella storia umana per l’instaurazione di un nuovo Regno fondato sulla giustizia e misericordia, di una novità di vita spirituale che in Cristo trova il suo principio e la sua norma. Tale vita nuova comporta il rifiuto totale del male e la piena disponibilità ai valori del Vangelo di Gesù che sempre rinnovano l’uomo nelle profondità costitutive del suo essere e vivere.
<!-more->
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura (Is 9, 1-6)
Al popolo immerso nelle tenebre del dolore per la disfatta militare, il profeta Isaia fa brillare una luce rasserenante nell’annuncio della nascita del Messia regale che verrà a rialzare le sorti della nazione. Questo bimbo meraviglioso che nasce, vien chiamato Dio forte, Principe della Pace, Consigliere ammirabile. Egli donerà all’umanità una nuova luce di giustizia, liberando gli uomini dagli egoismi particolari e insegnerà loro a innestare gli interessi divini nei loro interessi umani per divenire giusti con Dio e con gli altri. Tutto ciò è sintetizzato nell’espressione del profeta che dice: «Ci è stato dato un figlio».
Dal libro del profeta Isaìa
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà:
Consigliere ammirabile, Dio forte, Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale Dal Sal 95 (96)
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.
Seconda Lettura (Tt 2,11-14)
Gesù ci porta la grazia della redenzione. Egli ci insegna una vita nuova, non più istintiva, ma dominata dalla volontà e dalla responsabilità frutto del discernimento donatoci. Allora si diventa capaci di raggiungere una forte personalità. Purificati dalle passioni ingannatrici saremo degni di appartenere al popolo nuovo che Cristo-Gesù è venuto a formare, un popolo pieno di speranza nell’avvenire. È per questo che «È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini».
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
VANGELO
Ogni bimbo porta una luce nuova con la sua nascita. Ma il bambino di Betlemme «fa nuove tutte le cose» (Ap 21,5). In Lui l’eterna giovinezza di Dio penetra il mondo con la sua forza creatrice. Molti preferiscono rimanere nel vecchiume della loro miseria, ma chi vuol vivere il Natale accetta di trasformarsi per mezzo di Gesù, per aprirsi alla sua Pace «che sorpassa ogni intelligenza» (Fil 4,7). Maria, Giuseppe e i pastori sono i primi della grande famiglia dei credenti che abbraccerà tutto il mondo, per il quale «Oggi è nato per voi il Salvatore».
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2 Cor 8,9)
+++
O meraviglia! Dio è venuto nell’umanità; colui che non può essere contenuto è contenuto in un grembo; l’eterno entra nel tempo e, grande mistero, il suo concepimento è senza seme, il suo annichilimento è ineffabile: così grande è il mistero! Perché Dio si svuota, prende la carne e assume le caratteristiche di una creatura quando l’angelo parla alla Vergine pura del suo concepimento: Rallegrati: piena di grazia: il Signore, che ha grande pietà, è con te.
(Giovanni il Monaco, Stichera dell’annunciazione)
Un giorno di festa sta per arrivare, la più santa e venerabile di tutte le feste. Non sarebbe errato chiamarla la prima e la madre di tutti i giorni santi. Qual è questa festa? È il giorno della nascita del Signore nella carne. È da questo giorno che le feste dell’Epifania, della santa Pasqua, dell’Ascensione e della Pentecoste hanno la loro origine e il loro fondamento. Se Cristo non fosse nato nella carne, non sarebbe stato battezzato, cosa in cui consiste la sua epifania o manifestazione; e neppure sarebbe stato crocifisso (la Pasqua) e non avrebbe fatto scendere lo Spirito (la Pentecoste). Dunque, come fiumi diversi sgorgano da una sola fonte, così sono nate per noi queste feste.
[Giovanni Crisostomo, Sull’ incomprensibilità di Dio (PG 48, 752-753)]
Quando Augusto regnò solo su tutta la terra, i molti regni dell’umanità ebbero fine; e quando tu ti sei fatto uomo dalla pura Vergine i molti dèi dell’idolatria furono distrutti. Le città del mondo passarono sotto un solo governo e le nazioni cominciarono a credere in una sola divinità sovrana. I popoli furono censiti per decreto di Cesare e noi, i fedeli, fummo registrati nel nome della divinità, quando tu, nostro Dio, ti sei fatto uomo. Grande è la tua misericordia; gloria a te!
(Cassia, Stichera della natività del Signore)

Stella d’argento che indica il luogo dove è nato Gesù. Si trova all’interno della Basilica della Natività, eretta sul punto esatto della nascita di Gesù secondo un’antica tradizione.
Betlemme ha aperto l’Eden: venite, vediamo! Abbiamo trovato la nostra gioia nascosta! Venite, prendiamo possesso del paradiso dentro la grotta! Lì è apparso lo stelo non innaffiato sul quale fiorisce il perdono. Lì si trova il pozzo non scavato dal quale Davide un tempo desiderava bere. Lì la Vergine ha partorito un figlio e subito è stata fatta cessare la sete di Adamo e di Davide. Affrettiamoci dunque a questo luogo, dove il Dio eterno è nato per noi come un piccolo bambino!
(Ikos della Natività del Signore)
Egli, infatti, in quanto mediatore fra Dio e gli uomini, come prestabilì la madre dalla quale nascere quando volesse, in modo divino, così scelse il tempo della nascita umana, anzi fece sì che fosse tale quale lo volle, nel senso che, sopito il turbine delle guerre, la tranquillità di una pace nuova e insolita si estese a tutto il mondo. Quale più significativo indizio di pace ci può essere in questa vita di quando tutto il mondo viene retto da un solo uomo e censito con un solo censimento? […] Poi, per nascere, scelse un tempo di massima pace perché la ragione per cui venne al mondo fu di ricondurre il genere umano al dono della pace celeste. Per questo è scritto: Egli è la pace, che ha unito i due in un solo popolo (Ef 2, 14), cioè egli, pio mediatore e riconciliatore, ha riunito in una sola dimora uomini e angeli. (…) Betlemme significa “casa del pane” Ma fino ad oggi e fino alla fine del mondo non cessa di essere concepito a Nazaret e di nascere a Betlemme quando uno qualunque di quelli che lo ascoltano, colto il fiore della sua parola, fa di sé la casa del pane eterno. Ogni giorno nel grembo verginale, cioè nell’anima dei credenti, egli è concepito tramite la fede ed è dato alla luce tramite il battesimo.
(Beda, Omelie sul Vangelo 1, 6-7)

Natività di Cristo, affresco di Giotto di Bondone, conservato nella cappella degli Scrovegni a Padova.
Rallegrati, Gerusalemme, e festeggiate, voi tutti che amate Sion! Oggi l’antico legame della condanna di Adamo è sciolto. Il paradiso è aperto per noi, il serpente giace in basso: un tempo ingannò la donna nel paradiso, ma ora vede una donna diventare madre del Creatore. O profondità delle ricchezze di sapienza e conoscenza di Dio ( cf. Rm 11, 33) ! Il vaso peccaminoso che ha portato la morte su ogni carne è diventato la primizia della salvezza per tutto il mondo tramite la Madre di Dio, perché da lei Dio perfettissimo è nato bambino e con la sua nascita pone il sigillo sulla sua verginità. Con le sue fasce scioglie i legami del peccato e diventando bambino cura le sofferenze di Eva nel travaglio. Quindi tutta la creazione canti e danzi di gioia perché Cristo è venuto a restaurarla e a salvare le nostre anime!
(Giovanni il Monaco, Stichera della Natività del Signore)
Le fasce e la mangiatoia indicano una nascita umana. Infatti, poiché spesso gli angeli si manifestarono sulla terra in forma umana, per evitare che si pensasse che la sua venuta sulla terra fosse stata come furono quelle e per dare solide fondamenta al credere veramente che egli fosse stato realmente carne, egli fu concepito, generato e allevato. Fu posto a giacere in una mangiatoia, non in una piccola stanza, ma in una stalla di fronte a numerose persone, perché la sua nascita potesse essere nota e diventasse di comune conoscenza. Questa fu la ragione delle fasce e del perché le profezie da tempo avevano profetizzato non solo che si sarebbe fatto uomo, ma anche che sarebbe stato concepito, generato e allevato come qualunque altro bambino.
(S.Giovanni Crisostomo, Contrò gli anomei 7, 49)
Non trova posto nel «santo dei santi» risplendente d’oro, di gemme, di seta e d’argento; e così non nasce fra oro e ricchezze ma in mezzo al fango di una stalla (non c’è stalla dove non ci sia letame), dove si erano accumulati i nostri peccati più sordidi. E se nasce in mezzo al fango è proprio per tirarne fuori quelli che sono impastati di sterco. Solleva il misero dal suo letto di letame (Sal 112, 7). […] È vero che oggi noi, con la scusa di onorare il Cristo, abbiamo eliminato la sporcizia per sostituirla con l’argento; ma per me resta molto più prezioso quello che abbiamo tolto. L’argento e l’oro si confanno ai pagani, mentre a chi crede in Cristo si confà maggiormente quella stalla di terra battuta. Colui che è nato in quella stalla disprezza sia l’oro che l’argento. lo non condanno coloro che l’hanno fatto allo scopo di onorarlo (e non condanno neppure coloro che per il tempio fabbricarono vasi d’oro); ammiro però il Signore che, creatore del mondo, sceglie di nascere non fra oro e argento ma sulla terra battuta.
(S.Girolamo, Sulla Natività del Signore)
Il Signore del creato non ha un posto dove nascere. Il Signore è nato sulla terra e non ha avuto neppure una propria cella dove nascere, perché non c’era posto per lui nell’ albergo. L’intero genere umano aveva un posto e il Signore che stava per nascere sulla terra non ne aveva nessuno. Non ha trovato posto fra gli uomini. Non ha trovato posto in Platone e in Aristotele, ma in una mangiatoia, fra le bestie da soma e gli animali bruti ed anche fra i semplici e gli innocenti. Per questo il Signore dice nel Vangelo: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo hanno i nidi ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo (Lc 9, 58).
(S.Girolamo, Omelia sul salmo 131, 6)
Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende.
(Isaia 1, 2-3)
Luce celeste in un albergo terreno. Nasce da un grembo materno, ma splende nel cielo; giace in un rifugio terreno, ma regna nello splendore celeste.
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 42-43)
Le fasce: Fu avvolto in fasce, è vero, ma fu anche liberato dalle fasce della sepoltura allorquando risorse dal sepolcro. Fu posto in una mangiatoia, ma fu glorificato dagli angeli e fu glorificato da una stella e fu adorato dai Magi.
(S.Gregorio Nazianzeno, Orazione 29, 19)
Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca lentamente le sei.
– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio? Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca lentamente le sette.
– Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.
Il campanile scocca lentamente le otto.
– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.
Il campanile scocca lentamente le nove.
– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci! – Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…
Il campanile scocca lentamente le dieci.- Oste di Cesarea. – Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente? L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame non amo la miscela dell’alta e bassa gente.
Il campanile scocca le undici lentamente.
La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due? – Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta! Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue… Maria già trascolora, divinamente affranta…
Il campanile scocca La Mezzanotte Santa.
È nato! Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato! Alleluja! Alleluja!
(G.Gozzano, La notte santa)