NT/ Dicembre 7, 2022/ Padri Chiesa, Commenti Bibbia, Vangelo, Preghiere, Meditazioni, Riflessioni, Sacra Scrittura, Domenica

Con l’Immacolata concezione di Maria, inizia il progetto nuovo, che Dio si è prefisso di realizzare attraverso Cristo, che già si delinea nella nascita di questa bambina predestinata ad esserne la Madre. Colei che sarà completamente fedele al piano di Dio, sviluppando in pieno i doni da Lui ricevuti, e che perciò meritatamente è detta dall’Angelo «Piena di Grazia»: il suo nuovo nome, il suo nuovo essere.

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Prima Lettura (Gen 3,9-15.20)

Adamo ed Eva sotto la sollecitazione di satana hanno contestato a Dio l’unicità del suo essere e dei suoi poteri. Questa prima contestazione ha provocato la rottura decisiva dell’uomo con Dio, dando origine a tutte le altre successive. Il peccato originale ha rotto (all’interno stesso dell’umanità) il dialogo iniziato da Dio con l’uomo al momento della creazione. Dio vuole riprenderlo, ma l’uomo non sa rispondere e si nasconde. Tuttavia Dio non lo lascia a se stesso e mentre si prepara a pronunciare l’amara, meritata riprovazione verso la coppia infedele, nello stessa pena inflitta in primo luogo al serpente, fa già brillare l’aurora della liberazione: «La Donna», cioè Maria lo renderà inefficace mediante il Suo Seme benedetto «Gesù» attraverso cui l’uomo avrà la possibilità di riprendere con Dio il primitivo dialogo interrotto a causa del peccato.

Dal libro della Gènesi

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Adamo ed Eva cacciati dal paradiso

Mosaico XII-XIII secolo, duomo di Monreale.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 97 (98)

R. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Seconda Lettura (Ef 1,3-6.11-12)

Siamo invitati a rendere grazie al Padre per tutti i doni spirituali di cui ci ha colmati. Prescelti da Lui sin dall’eternità, in Cristo siamo diventati suoi figli. In Cristo infatti noi troviamo la pienezza della grazia e del perdono. In Maria ciò ha avuto un’attuazione piena, «unica», per l’intensità con cui ella si è inserita nel disegno divino, e perciò oggetto di grazia e senza macchia. Rendiamoci quindi, come Lei e con Lei, disponibili alla grazia, in modo che la nostra vita sia un inno di ringraziamento al Padre.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

VANGELO

«Ave o piena di grazia!». Per la bocca dell’Angelo le promesse messianiche fatte a tutto Israele si compiono in Maria, che avrà la gioia di concepire l’Emmanuele (cf. Is 7,14) figlio di David (cf.2 Sam 7,12) e vero Figlio di Dio nato per opera dello Spirito Santo Creatore: «Ecco giunta la nostra riconciliazione: Dio si unisce agli uomini in modo ineffabile. Per la parola dell’Arcangelo i nostri errori son ridotti al nulla, perché la Vergine riceve gioia, la terra diviene cielo, il mondo è liberato dalla maledizione antica. Esulti ogni creatura e canti a piena voce: Gloria a te o Signore, nostro creatore e redentore» (Liturgia greca).

L’annunciazione parte della pala d’altare della Porziuncola Santa Maria degli Angeli.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.

ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA

Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia (Ct 4,7)

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Infatti Maria vergine, la quale all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri (…)  Il Padre delle misericordie ha voluto che l’accettazione da parte della predestinata madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita. Ciò vale in modo straordinario della madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la vita stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio. Nessuna meraviglia quindi se presso i santi Padri invalse l’uso di chiamare la madre di Dio la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura. Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall’angelo dell’annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale «piena di grazia» (cfr. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde «Ecco l’ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Così Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo, senza che alcun peccato la trattenesse, la volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente. Giustamente quindi i santi Padri ritengono che Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice Sant’Ireneo, essa «con la sua obbedienza divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano». Per cui non pochi antichi Padri nella loro predicazione volentieri affermano con Ireneo che «il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione coll’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede» e, fatto il paragone con Eva, chiamano Maria «madre dei viventi e affermano spesso: « la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria».

(C.V. II, Lumen Gentium, n° 53; 56)

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Madre di Dio” di Donskaja, attribuita ad un discepolo anonimo di Teofane il Greco una delle più grandi personalità distinte della pittura bizantina (L’antico originale dell’icona miracolosa della Madre di Dio ‘Donskaya’ si trova nella Galleria Statale Tretyakov di Mosca).

Chi fu giusto se non la giusta Maria, dalla quale ci è nato il Sole di giustizia? Come dunque ella arrivò all’inaccessibile Maestà, se non bussando, chiedendo, cercando? Alla fine trovò quello che cercava, Lei, a cui fu detto: Hai trovato grazia presso Dio (Lc 1, 30). Che cosa? È piena di grazia, e trova ancora grazia? Era proprio degna di trovare quello che cercava, non bastandole la propria pienezza, né poteva starsene contenta del suo bene, ma come sta scritto: Chi beve me avrà ancora sete: (Eccli 24, 29): essa chiede la sovrabbondanza per la salvezza di tutti. Lo Spirito Santo sopravverrà in te, le dice l’Angelo, e ti infonderà quel prezioso balsamo in tanta abbondanza e pienezza da farlo traboccare abbondantemente da ogni parte. È così, già i nostri volti brillano per l’unzione dell’olio. Già esclamiamo: Olio effuso è il tuo Nome, (Sal 103, 15) e la tua memoria di generazione in generazione (Sal 101, 13). Non è però sparso invano quest’olio, e se sparso, non viene sprecato. Per questo infatti le giovinette, cioè le anime semplici, amano lo Sposo, e non poco, e l’unguento che scende dal capo, non solo cade sulla barba, ma arriva fino ai bordi del vestito. Osserva, o uomo, il disegno di Dio, il disegno della Sapienza, il disegno della pietà. Prima di irrorare l’aia, la celeste rugiada scese tutta sul vello: stando per redimere il genere umano, ne depose tutto il prezzo in Maria! Per quale ragione fece questo? Forse perché Eva venisse scusata per mezzo della Figlia, e il lamento dell’uomo contro la donna, d’ora in poi non avesse più ragione di essere. Non dirai più, o Adamo: La donna che mi hai dato mi ha presentato il frutto proibito; dirai piuttosto: «La donna che mi hai dato mi ha dato da mangiare il frutto benedetto». Piissimo disegno; ma non è tutto, forse c’è n’è ancora un altro nascosto. Del resto questo è poca cosa, se non erro, per i vostri desideri. È un latte dolce; se premiamo più forte, ne verrà fuori un bel burro grasso. Guardando più a fondo voi scorgerete con quanto affetto e devozione abbia voluto che noi onorassimo Maria colui che ha posto in lei la pienezza di ogni bene, sicché se in noi c’è qualche speranza, qualche grazia, qualche speranza di salvezza, sappiamo che tutto ciò ci viene da lei che sale ricolma di delizie. Vero giardino di delizie, sul quale non solo soffia, ma che investe sopravvenendo dall’alto quel divino austro, perché si diffondano in abbondanza i suoi aromi, vale a dire i carismi delle grazie. Togli questo sole che illumina il mondo, dove sarà giorno? togli Maria, questa stella del mare, un mare grande e spazioso: che cosa ne resta se non un mondo tutto avvolto nella caligine e nell’ombra di morte e in tenebre densissime?

(S.Bernardo, Sermone sull’acquedotto, n° 5-6)

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E’ la madre del genere umano, la nuova Eva. Ma è anche sua figlia. Il mondo antico, il mondo pieno di dolore, il mondo di prima della grazia l’ha cullata a lungo sul proprio cuore desolato – secoli e secoli – nell’attesa oscura, incomprensibile d’una Virgo Genitrix… Per secoli e secoli ha protetto con le sue vecchie mani cariche di delitti, con le sue mani pesanti, la piccola fanciulla meravigliosa di cui non sapeva nemmeno il nome. Una fanciulla, questa regina degli angeli! E lo è rimasta, non dimenticarlo! (…) La Vergine era l’Innocenza. Renditi conto di ciò che siamo per lei, noialtri, la razza umana. Oh! Naturalmente, ella detesta il peccato, ma in fondo non ha nessuna esperienza di esso, quell’esperienza che non è mancata ai più grandi santi, allo stesso santo d’Assisi, per quanto serafico sia. Lo sguardo della Vergine è il solo sguardo veramente infantile, il solo vero sguardo di bambino che si sia mai levato sulla nostra vergogna e sulla nostra disgrazia. Sì, piccino mio, per ben pregarla bisogna sentire su se stessi questo sguardo che non è affatto quello dell’indulgenza – perché l’indulgenza si accompagna sempre a qualche amara esperienza – ma della tenera compassione, della sorpresa dolorosa, di non si sa quale altro sentimento, inconcepibile, inesprimibile, che la fa più giovane del peccato, più giovane della razza da cui è uscita e, benché Madre per grazia, Madre delle grazie, la fa la più giovane del genere umano.

( G.Bernanos, Journal d’un curé de campagne, 1936 trad.it: Diario di un curato di campagna, Mondadori 1969)

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Certo è stato conveniente inizio della salvezza dell’uomo il fatto che un angelo sia stato mandato da Dio a una vergine per consacrarla con un parto divino, dato che la prima causa della rovina dell’uomo era stato l’invio del serpente da parte del diavolo, per ingannare la donna con spirito di superbia. Anzi, sotto forma di serpente venne proprio il diavolo per ingannare i progenitori e privare così il genere umano della gloria dell’immortalità. Poiché dunque la morte entrò per mezzo di una donna, è giusto che anche la vita ritorni per mezzo di una donna. Quella, ingannata dal diavolo per mezzo del serpente, offrì all’uomo il sapore della morte. Questa, edotta da Dio per mezzo dell’angelo, ha
generato al mondo l’autore della salvezza.
(S.Beda il Venerabile, Omelie sul Vangelo 1, 3)

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La Divinità, ripeto, rende testimonianza al parto verginale; infatti, affinché Cristo sia concepito, Maria, secondo il preannuncio del Vangelo, è riempita della grazia dello Spirito Santo, è adombrata dalla potenza di Dio Padre, come le fu detto: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà, e perciò ciò che nascerà da te sarà chiamato santo, Figlio di Dio.
Nella nascita del Salvatore, dunque, si è compiuta quella disposizione divina che dice: Ogni affermazione si fonderà su due o tre testimoni (Dt 19, 15; 2 Cor 13, 1).
Ecco infatti il Verbo di Dio nasce secondo la testimonianza della Trinità. Certamente nel grembo della santa Maria, quando scende lo Spirito Santo, quando l’ Altissimo stende la sua ombra, quando Cristo è generato, è contenuta la professione di fede.
Era conveniente, infatti, che la Madre, che avrebbe partorito la salvezza per le genti, prima confermasse nelle sue viscere il mistero della Trinità, e noi comprendiamo che il mistero della fede era stato confermato prima della nascita del Salvatore.
(Massimo di Torino, Sermoni 61b, 2-3)

Gabriele è sceso dalla volta del cielo ed è giunto a Nazaret; in piedi di fronte alla Vergine Maria le ha detto: «Rallegrati! Tu concepirai un figlio che è prima di Adamo, il Creatore di tutte le cose, il Salvatore di coloro che si rivolgono a te. Rallegrati, vergine pura!».
Gabriele portò dal cielo un lieto annuncio per la Vergine e le disse: . «Rallegrati! Tu concepirai colui che il mondo non può contenere: sarà contenuto nel tuo grembo. Porterai colui che è scaturito dal Padre prima della stella del mattino».
Il Verbo coeterno al Padre, che non ha inizio, che non è stato separato dalle cose celesti, ora è sceso qui in basso, pietoso, nel suo amore infinito, dell’umanità caduta. Ha assunto la povertà di Adamo, rivestendosi di una forma estranea (…)  O meraviglia! Dio è venuto nell’umanità; colui che non può essere contenuto è contenuto in un grembo; l’eterno entra nel tempo e, grande mistero, il suo concepimento è senza seme, il suo annichilimento è ineffabile: così grande è il mistero! Perché Dio si svuota, prende la carne e assume
le caratteristiche di una creatura quando l’angelo parla alla Vergine pura del suo concepimento: Rallegrati: piena di grazia: il Signore, che ha grande pietà, è con te.
(Giovanni il Monaco, Stichera dell’ annunciazione)

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