Cristo, venendo al mondo, ha riconciliato l’umanità con Dio e gli uomini fra di loro; poi, a continuazione della sua opera fondò la Chiesa, perché fosse nel mondo un fermento di pace, di solidarietà, di unità. Infine Cristo, la cui vita, dalla culla alla tomba, è stata sempre insidiata, oppressa ed emarginata morì come un malfattore tra malfattori sulla croce, per salvare tutti, anche i suoi uccisori, e tutti riconciliare, oppressori ed oppressi, martiri e carnefici e far sì che mai più nessuna persona morisse vittima dell’odio e della violenza.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura (Is 2, 1-5)
Il mondo immerso nelle tenebre cerca la luce e la pace. Da lontano, il profeta Isaia ci mostra una via di salvezza luminosa, e sullo sfondo il tempio «eretto sulla cima dei monti». È la chiesa universale che ci dona la luce della rivelazione divina. In una visione contemplativa il profeta vede tutti gli uomini accorrere alla santa montagna di Dio e da questa, alla fine dei tempi, diffondersi in tutto il mondo e apportare ovunque pace e salvezza.
Dal libro del profeta Isaìa
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette
in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli,
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 121 (122)
R. Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. R.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. R.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. R.
Seconda Lettura
La luce di Cristo si diffonde e rischiara il senso di tutta la vita. Vivere in Cristo è vivere nella luce, è dare un senso sublime alla vita, è camminare verso il fulgore dell’ultima sua venuta. Ma bisogna far presto. Il tempo preme. Il Signore è vicino. Strappandoci dal torpore di una falsa sicurezza, viviamo in Cristo una vita nuova.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.
VANGELO
Il cristiano è nella continua attesa di una venuta sempre più luminosa di Cristo nel suo cuore. Cristo ci dona la pace perché dà alla nostra vita un senso reale di paziente collaborazione con Dio Creatore. Lungi da ogni spensieratezza, nel ricordo del diluvio che sorprese gli uomini o del ladro della parabola che può giungere inaspettatamente, viviamo trepidanti, nell’attesa di Cristo che nella parusia, ultima sua venuta, completerà la nostra felicità.
Dal Vangelo secondo Matteo (24, 37- 44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
ORIENTAMENTI PER LA PREGHIERA
Ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
E` lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
(Col. 1, 12-14)
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Io voglio Te solo Te! Il mio cuore lo ripeta senza posa! Tutti i desideri, che lo distraggono giorno e notte, sono falsi e vuoti fino al cuore.
Come la notte serba nascosta nell’ombra l’esigenza della luce così nel profondo del mio cuore risuona il grido: Io voglio Te, solo Te!
Come la tempesta aspira sul finire alla quiete, quando le si scatena contro con tutta la sua forza, così la mia rivolta si lancia contro il tuo amore e grida: Io voglio Te, solo Te.
(R.Tagore, L’offerta lirica)
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O figlio, così ho detto “io vi lascio la pace; vi dono la mia pace; non quella, però, che dà il mondo” (Gv 14,27). Tutti tendono alla pace; non tutti però si preoccupano di ciò che caratterizza la vera pace. La mia pace è con gli umili e i miti di cuore; e la tua pace consisterà nel saper molto sopportare. Se mi ascolterai e seguirai le mie parole, potrai godere di una grande pace. Che farò dunque? In ogni cosa guarda bene a quello che fai e a quello che dici. Sia questa la sola tua intenzione, essere caro soltanto a me; non desiderare né cercare altro, fuori di me.
(Imitazione di Cristo, III, 25, 1)
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Perché la data della morte ci è celata? Chiaramente questo ci viene fatto, affinché facciamo sempre del bene, visto che possiamo aspettarci di morire in ogni momento. La data del secondo avvento di Cristo è sottratta al mondo per lo stesso motivo, cioè affinché ogni generazione viva nell’attesa del ritorno di Cristo.
Per questo, quando i suoi discepoli gli chiesero: Signore, restituirai il regno ad Israele in questo tempo?, Gesù rispose: Non vi compete di conoscere i tempi e le stagioni che il Padre ha stabilito con la sua autorità (At 1, 6-7). Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Il padrone di casa rappresenta l’anima umana, il ladro è il diavolo, la casa è il corpo, le porte sono la bocca e le orecchie, e le finestre sono gli occhi. Come il ladro che riesce a entrare attraverso le porte e le finestre per saccheggiare il padrone di casa, così anche il diavolo trova facile accesso all’anima dell’uomo attraverso la bocca, le orecchie e gli occhi per farlo prigioniero. […] Se dunque vuoi essere sicuro, metti un catenaccio alla tua porta, cioè metti la legge del timore di Dio nella tua bocca.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 51)
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Prima del diluvio gli uomini rifuggivano il timore di Dio, e non facevano nulla per la sua gloria. Tutto quello che facevano era per il piacere della carne.
Quando mangiavano o bevevano, mangiavano e bevevano solo per soddisfare i loro desideri fisici, non per glorificare Dio, come ci ordina l’Apostolo (cf. 1 Cor 10, 3-4). Ciò che Cristo voleva dire qui è che sarà di nuovo così verso la fine del mondo. […] Alla fine del mondo la distruzione sarà universale ed improvvisa come lo fu al tempo di Noè. Come ogni creatura della terra fu distrutta nel diluvio; fatta eccezione per coloro che erano fuggiti nell’arca, così anche alla fine dei tempi ogni eresia sarà distrutta, ma una sola arca sarà salvata, la Chiesa di Cristo formata dai giusti. Tutto perì nel diluvio al di fuori dell’arca. Allo stesso modo, alla fine del mondo, chi sarà trovato fuori dell’unica vera Chiesa perirà.
(Anonimo, Opera incompleta su Matteo, omelia 50)
Tutto ciò prova che egli conosceva quel giorno, e li distoglie dal fare domande. Perciò ha parlato dei giorni di Noè; perciò ha detto: due si troveranno nel letto, per indicare che egli verrà in modo così inaspettato, mentre essi se ne staranno così tranquilli, e due donne macineranno, e anche questo atteggiamento è proprio di chi non si dà pensiero. E insieme a ciò indica che saranno presi e lasciati sia servi sia padroni, sia coloro che si trovano in una situazione di sicurezza, sia coloro che vivono in mezzo alle fatiche, sia quelli che sono di una condizione e quelli che sono di un’altra, come si dice nell’Antico Testamento: Da quello che siede sul trono fino alla schiava che è alla mola. Poiché aveva detto che difficilmente i ricchi si salvano, mostra che né questi si perdono in senso assoluto, né si salvano tutti i poveri, ma sia tra quelli, sia tra questi alcuni si salvano e alcuni si perdono. Mi sembra che indichi che la sua venuta avverrà di notte. Questo lo dice Luca. Vedi come conosce tutto con precisione?
(S.G.Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 77, 2)
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Noi annunziamo non solo una ma due venute del Cristo, la seconda molto più splendida della prima, perché questa si compì con il segno della pazienza mentre la seconda si realizzerà nel trionfo della sua divina regalità. Di fatto, il nostro Signore Gesù Cristo ci si manifesta per lo più in due modi: in due nascite, una dal Padre prima dei secoli e una dalla Vergine nella pienezza dei secoli; in due discese, una passata inosservata come rugiada sul vello e una che alla fine sarà manifesta ; in due venute, nella prima avvolto in fasce dentro la stalla e nella seconda avvolto da un manto di luce, nella prima sottoposto all’umiliazione della croce che non ritenne vergogna e nella seconda scortato da schiere di milizie angeliche nella gloria. Dunque non solo crediamo fermamente nella sua prima venuta, ma ne attendiamo anche la seconda. Se per la prima abbiamo detto: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» , per la seconda andremo incontro al Signore ad adorarlo con gli angeli ripetendo le stesse parole: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21,9). Il Signore allora verrà non per essere giudicato un’altra volta ma per giudicare quelli che l’hanno giudicato. Se nella prima venuta tacque davanti a chi lo giudicava, nella seconda si rivolgerà ai malvagi che lo sottoposero ai tormenti dicendo loro: «Tu hai fatto questo, e io ho taciuto» (cf.Sal 38,10). Se per l’economia salvifica venne a correggere gli uomini come maestro con la persuasione, allora verrà per essi volenti o nolenti come re con la costrizione. Dell’uno e dell’altro avvento profetò Malachia, dicendo del primo: «Il Signore che voi sospirate verrà presto nel suo tempio» (cf. Ml 3,1), e del secondo subito dopo: «Verrà l’Angelo dell’alleanza che sospirate, dice il Signore Onnipotente, ma chi sopporterà il giorno della sua venuta e chi resisterà al suo apparire? Come il fuoco del fonditore, infatti, e come la lisciva dei lavandai, egli siederà per fondere e per purificare» (Ml3,1-3). Alle due venute poi si riferisce Paolo nella sua Lettera a Tito, scrivendo: «È apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio nostro Salvatore, per insegnarci a rinnegare le passioni del mondo e farci vivere in questo secolo da uomini saggi pii e giusti, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria di Gesù Cristo nostro grande Dio e Salvatore» (Tit 2, 11-13). Qui Paolo parla evidentemente della prima venuta di cui ringrazia Dio, e della seconda di cui siamo tutti in attesa. E queste due verità di fede quindi, seguendo la tradizione, vi annunziamo: noi crediamo in colui che ascese al cielo e siede alla destra del Padre, in colui che verrà a giudicare i vivi e i morti e il cui regno non avrà fine. 3. La fine sarà l’inizio di cieli nuovi e terra nuova Nostro Signore Gesù Cristo verrà dunque dal cielo. Verrà nella gloria nell’ultimo giorno, quando questo mondo sarà prossimo alla fine. Questo mondo infatti avrà fine e sarà creato un mondo nuovo totalmente diverso da quello di prima.
Chi mi farà riposare in te, chi ti farà venire nel mio cuore a inebriarlo? Allora dimenticherei i miei mali e abbraccerei te, unico mio bene. Cosa sei per me? Abbi misericordia, affinché io parli. E cosa sono io stesso per te, sì che tu mi comandi di amarti e ti adiri verso di me e minacci, se non obbedisco, gravi sventure, quasi fosse una sventura lieve l’assenza stessa di amore per te? Oh, dimmi per la tua misericordia, Signore Dio mio, cosa sei per me. Dì all’anima mia: «La salvezza tua io sono!». Dillo, che io loda. Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, Signore. Aprile, e di all’anima mia: «La salvezza tua io sono». Rincorrendo questa voce, io ti raggiungerò, e tu non celarmi il tuo volto. Che io muoia, per non morire, per vederlo.“
(Agostino, Le Confessioni, 1,1.5)